Ad oggi, i nomi di varietà di uva da vino ed i loro sinonimi, non possono essere utilizzati nell’etichettatura dei vini senza indicazione geografica. In particolare, i nomi di varietà possono essere utilizzati solo su vini a Do e Ig, provenienti dai Paesi espressamente e tassativamente indicati negli allegati.
La Commissione Ue non ha escluso di autorizzare l’uso nell’etichettatura di tutti i vini, compresi quelli senza indicazione geografica prodotti in uno qualsiasi degli Stati membri dell’Ue, di quei nomi di varietà che oggi sono riservati a specifiche denominazioni d’origine protette (Dop) o indicazioni geografiche protette (Dop) di precisi Stati membri.
Le proposte di revisione delle norme comunitarie che disciplinano l’etichettatura dei vini stanno causando grande preoccupazione nell’intero settore vitivinicolo nazionale. E’ stato infatti evidenziato come l’appiattimento di vitigni che rappresentano una autentica bandiera delle produzioni delle nostre zone a generici varietali che potranno un domani essere liberamente prodotti e commercializzati ovunque, significa distruggere l’immagine che le nostre realtà hanno costruito in secoli di duro lavoro e fatica.
Insieme ad altri deputati Pd, ho sottoscritto la risoluzione del collega Massimo Fiorio, per chiedere al Governo di attivarsi al più presto in ambito comunitario affinché vengano confermati e rafforzati i principi che possano consentire di inserire nell’etichettatura dei vini, compresi quelli senza indicazione geografica prodotti in uno qualsiasi degli Stati membri dell’Ue, quei nomi di varietà di vitigno che oggi sono riservati esclusivamente a specifiche denominazioni d’origine protette o indicazioni geografiche protette.