Ormai sono molti i padri che manifestano la di partecipare più attivamente alle cure dei figli piccoli: in un recente sondaggio, il 77 per cento dei padri intervistati ha dichiarato di aver usufruito del giorno di assenza dal lavoro obbligatorio spettantegli in seguito alla nascita del figlio, mentre il 59 per cento dei due giorni di congedo facoltativo.
L’Italia, purtroppo, è agli ultimi posti in Europa per il tasso di occupazione femminile e il dato, se incrociato con quello sui giovani, è ancor più desolante. Si tratta di numeri che palesano un’emergenza: il potenziale di crescita del Paese rappresentato dalle donne è una risorsa che non possiamo più permettere resti inutilizzata.
La proposta di legge “Misure a sostegno della condivisione della responsabilità genitoriale” della collega Titti Di Salvo e da me sottoscritta, propone di reintrodurre l’istituto del congedo di paternità obbligatorio per i padri lavoratori dipendenti, con un’indennità giornaliera pari al 100 per cento della retribuzione a carico dell’INPS estendendolo a 15 giorni da usufruire, anche continuativamente, nell’arco dei 30 giorni successivi alla nascita del figlio, promuovendo così una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all’interno della coppia.