Nota sui lavori parlamentari settimana dal 2 al 6 Marzo

9 years ago by in Attività Parlamentare Tagged: , ,

Premessa

-Lavori d’aula: Nella settimana dal 2 al 6 Marzo alla Camera si è conclusa la discussione su decreto Ilva e sono stati ratificati molti accordi bilaterali con altri paesi su diversi argomenti. I lavori d’aula sono terminati nella giornata di mercoledì per lasciare il tempo alle commissioni coinvolte di finire l’esame del provvedimento sulle banche popolari che dalla prossima settimana verrà esaminato.

-8 marzo 2015: Qualche giorno fa l’agenzia Oxfam ha diffuso i dati della ricerca Grandi disuguaglianze crescono da cui emerge che lo scarto fra i super ricchi e i sempre più poveri cresce vertiginosamente, tanto che, se non si agisce con misure tempestive, l’1% della popolazione arriverà a possedere di più del restante 99% messo insieme.

Anche nel nostro paese la crisi ha prodotto l’aumento delle diseguaglianze come dimostrano molto studi e più recentemente l’Istat. Se ne ha una misura nel mercato del lavoro anche attraverso la lente dell’aumento vertiginoso delle retribuzioni dei top manager. Retribuzioni sganciate dalla salute delle imprese e senza rapporto con i salari dei dipendenti con una progressione che la commissione americana sulla crisi del 2008 ha considerato una concausa della crisi stessa. Affrontare e contrastare la povertà e il lavoro povero, redistribuire la ricchezza, queste le chiavi economiche e politiche per l’uscita dalla crisi. E la povertà è soprattutto povertà femminile. Basta mettere insieme i diversi dati per rendersene conto: quel 43% circa di disoccupazione giovanile che colpisce soprattutto le giovani donne del sud, la precarietà che minacciosa impoverisce le ragazze e i ragazzi e li vincola al contesto familiare, impoverendo anche nonni e genitori che devono farsene carico. Le donne anziane, percettrici delle pensioni più basse come esiti di lavori più poveri e meno retribuiti e perché uscite dal mondo del lavoro prima per accudire figli e genitori anziani. Le mamme povere, spesso costrette al part-time o a lasciare il lavoro in assenza di un welfare vero di supporto e per colpa di una visione negativa della maternità da parte dell’anziano e mal concio mercato del lavoro italiano, come un ostacolo di cui devono farsi carico le donne. Mamme povere che si traducono in bambini poveri, privi dell’essenziale, come ha denunciato Save the Children nel rapporto sulla povertà minorile. Un enorme spreco di possibilità: per uscire dalla crisi puntare sul lavoro e la partecipazione femminile è una risposta efficace e con risultati tempestivi. Perché il lavoro delle donne crea altro lavoro femminile in una catena virtuosa che potrebbe innalzare il pil del 7% (Cristine Lagarde sulle pagine di Repubblica qualche giorno fa denuncia un vero e proprio complotto contro le donne. Da uno studio dell’Fmi risulta che sessismo e discriminazioni delle donne affossano il Pil potenziale anche dell’Italia del 15%). Tutto questo però non può rimanere una constatazione di una possibile risorsa che continua ad essere sprecata, a discapito del malessere delle donne e quindi di tutti. Soprattutto considerando la composizione attuale del Parlamento, il più rosa della storia della Repubblica. Bisogna che la politica dia risposte più chiare: attraverso un fisco più equo in primo luogo, la promozione del lavoro femminile, il riconoscimento dei contributi figurativi per la pensione per la maternità e i lavori di cura, un welfare diretto e indiretto più robusto che vada dagli asili nido al bonus bebè approvato nella legge di stabilità e che renda libere le donne di poter diventare mamme, un reddito minimo che garantisca la dignità delle persone.

Disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 1 del 2015: Disposizioni urgenti per l’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell’area di Taranto

Questo decreto legge è il settimo provvedimento che riguarda l’Ilva di Taranto. Necessario per concludere un processo che cerca di migliorare la situazione in quel territorio tutelando salute e lavoro. Le diverse deroghe in campo ambientale e giuridico e gli investimenti presenti hanno l’obiettivo di arrivare ad un risanamento ambientale del sito vero. Lo stato dunque si fa carico dei terribili disastri lasciati dall’amministrazione Riva e punta ad un percorso che non abbandoni il colosso industriale dell’acciaio più grande d’Europa ma che allo stesso tempo, una volta risanato, punti a rimetterlo sul mercato.

Disegni di legge di ratifica

Sono stati approvati i seguenti disegni di legge di ratifica: Emendamenti alla Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari e norme di adeguamento dell’ordinamento interno (A.C. 2124-A); Accordo con le Isole Cayman sullo scambio di informazioni in materia fiscale (A.C. 2090); S. 1078 – Accordo con la Repubblica di Turchia sulla previdenza sociale (Approvato dal Senato) (A.C. 2270); Accordo commerciale tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Colombia e la Repubblica di Perù, dall’altra (A.C. 2425-A); Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kazakhstan (2625-A); Accordo con il Governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali (A.C. 2515-A); Accordo di sicurezza sociale con il Governo del Canada (A.C. 2574-A); Accordo con lo Stato di Israele sulla previdenza sociale (A.C. 2575-A); Accordo con il Giappone sulla sicurezza sociale (A.C. 2576-A);

Mozioni Grande ed altri n. 1-00383, Zaratti ed altri n. 1-00708, Tidei ed altri n. 1-00712 e Piso ed altri n. 1-00750: Iniziative relative all’impatto ambientale della centrale termoelettrica a carbone di Civitavecchia

L’area di Civitavecchia è sottoposta da molti anni ad una notevole pressione ambientale causata dalla presenza di: un polo energetico costituito da due centrali termoelettriche, una delle quali alimentata a carbone; uno dei principali porti del mediterraneo, con rilevante traffico crocieristico e di trasporto auto; un’importante struttura di depositi costieri con una capacità di movimentazione di prodotti petroliferi di oltre un milione di tonnellate all’anno; un cementificio; un centro chimico che custodisce tuttora i gas nervini. Questo ha comportato, con la conferma di vari studi in merito, l’aumento della concentrazione di tumori in quel territorio e in quelli imitrofi. Per questo la mozione chiede al governo di impegnarsi per: riesaminare l’autorizzazione integrata ambientale concessa alla centrale Torrevaldaliga Nord, al fine di adeguare le emissioni ai riferimenti suggeriti dalle nuove migliori tecniche disponibili (Bat), alla luce dei contenuti del Documento di riferimento europeo (Bref) in corso di pubblicazione da parte della Commissione europea e a garantire la puntuale verifica del rispetto delle prescrizioni imposte dal provvedimento di autorizzazione integrata ambientale vigente, dando la più ampia pubblicità dell’esito dei controlli effettuati.

Mozioni Fedriga ed altri n. 1-00607, Pesco ed altri n. 1-00709, Paglia ed altri n. 1-00714, Rizzetto ed altri n. 1-00726, Rampelli ed altri n. 1-00737 e Scuvera ed altri n. 1-00751: Iniziative per la sospensione dell’applicazione degli studi di settore 

Gli studi di settore costituiscono uno strumento che il fisco italiano utilizza per stimare il volume d’affari che può essere attribuito al contribuente. Attraverso un metodo informatizzato e l’utilizzo di analisi economiche e tecniche statistico matematiche, tali studi consentono di stimare i ricavi o i compensi presunti dell’attività di liberi professionisti, lavoratori autonomi e imprese. Negli ultimi anni è stata tuttavia rilevata una perdita di efficacia degli studi di settore; in particolare, si è osservata una minore adeguatezza nella rappresentatività delle trasformazioni strutturali dell’economia italiana, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese. Con questa mozione si chiede un impegno del Governo per rendere gli studi di settore più semplici, prevedendo la riduzione del numero, e più efficaci, attraverso una continua verifica ed eventuale modifica delle modalità di calcolo, che persegua la massimizzazione dell’attendibilità delle stime e, al contempo, garantisca la fedeltà dei dati dichiarati dai contribuenti.

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