Venerdì 20 febbraio, c’è stata l’approvazione di quattro decreti sulle cinque deleghe affidate dal Parlamento al governo in materia di lavoro con la legge 183/2014.
Dopo settimane di discussioni nelle commissioni parlamentari, convocate in sedute fiume per definire i dettagli della legge sul lavoro, il governo ha licenziato ben quattro provvedimenti, che cominceranno a diventare effettivi con l’arrivo del mese di marzo.
Le quattro deleghe e i testi
Contratti. Il primo decreto riguarda le attesissime novità su contratto a tutele crescenti, revisione delle modalità di reintegro previste dall’articolo 18 su licenziamenti economici e disciplinari, licenziamenti collettivi, misure per le piccole imprese, nonché sindacati e partiti politici.
Contratti in vigore. L’altro decreto a cui il governo ha dato il suo ok è quello che specifica i limiti di legge sulle applicazioni dei contratti, con abolizione dei co.co.pro. e superamento dell’associazione in partecipazione. Restano contratto a tempo determinato, part-time, di somministrazione, a chiamata, il lavoro a chiamata e l’apprendistato. Sono qui contenute le informazioni aggiornate sul demansionamento.
Ammortizzatori sociali. Il decreto che introduce le misure del Jobs Act in ambito welfare prevede l’introduzione della nuova Naspi – che aggiorna e modifica l’Aspi – con introduzione sperimentale dell’assegno sociale di disoccupazione e la nuova Dis-Col per i precari.
Maternità. Si chiama “disposizioni in materia di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” e attua le disposizioni del Jobs Act in fatto di maternità, modificando le prescrizioni del congedo obbligatorio, dei termini per l’accesso al congedo di paternità, tutele in caso di adozione, protezione alle vittime di violenza di genere e nuovi spazi per il telelavoro.