Ho presentato oggi una proposta di legge, sottoscritta da altri colleghi di Libertà e Diritti – Socialisti Europei, che promuove un intervento legislativo per restituire dignità e memoria ai soldati italiani uccisi per fucilazione e decimazione.
Sono 750 gli italiani finiti davanti al plotone d’esecuzione nella guerra del 1915-18 e totalmente dimenticati.
Altri Paesi europei sono intervenuti da tempo per riabilitare la memoria di queste che sono vittime come le altre di quella carneficina moderna che fu la Prima guerra mondiale. Francia, Germania, Regno Unito sono intervenuti con atti politici, interventi presidenziali, monumenti e l’aggiornamento delle liste dei Caduti. In Italia nel settembre del 1919 intervenne un’amnistia generale che cancellò le pendenze penali per quasi tutti i condannati a pene non gravi: su altri 20mila condannati cadde l’oblio.
Discendenti di soldati fucilati avviarono iniziative giudiziarie, si battono da anni per vedere riconosciuta la verità intorno a quei fatti. Tra questi il pronipote dell’alpino Silvio Ortis, fucilato con tre compagni il 1 luglio 1916 a Cercivento, in Carnia, con l’accusa di diserzione, si batte dal 1988 per vedere riconosciuta la verità intorno a quei fatti. Purtroppo la sua istanza di riabilitazione è stata rigettata in modo beffardo, in quanto, secondo i codici di procedura, “deve essere proposta dall’interessato” (fucilato 80 anni prima).
È proprio su questo che interviene la proposta di legge con lo scopo di porre rimedio alla situazione in cui, sussistendo tutti i presupposti di cui all’articolo 179 del codice penale per fare luogo alla riabilitazione ai sensi dell’articolo 683 del codice di procedura penale, l’interessato risulti deceduto.
A cento anni da quegli eventi tragici che hanno sconvolto l’Europa, la riabilitazione della memoria di queste vittime appare forse un fatto marginale, ma offrirebbe una chiave morale e veritiera di quella che rischia di essere una celebrazione retorica e un po’ mistificatoria.