A volte mi pento di non avere l’abitudine di indossare il cappello.
E’ successo anche questa mattina – caro Italo – quando ti abbiamo accompagno per l’ultimo saluto. Mi è mancato il gesto che evoca rispetto. Si, perché quando si saluta una vita dignitosa e limpida come la tua vale proprio l’espressione “giù il cappello” .
Ieri “la Romana” salutandomi, fuori dalla Camera del Lavoro sottintendendo il tuo male mi ha solo detto, scuotendo la testa, “E’ una storia che non finisce mai”.
Subito ho pensato al paradosso di “una storia che non finisce mai”, quella dell’amianto, che in realtà è fatta di tante storie personali che finiscono, e sono storie belle uniche, come la tua. Quella dell’amianto è una storia brutta che si vince provando a non dimenticare ed è la storia di questa città che non si da per vinta, così come tu non ti davi per vinto.
Italo – eri un compagno vero, nel sindacato e nel partito, quello che c’era sempre, quello che se non vedevi ti sbucava d’un tratto, quello che conosceva tutti e sapeva le cose, chissà per quali canali, prima degli altri. Eri quello che faceva battute in continuazione e che, se dette da un altro, sarebbero state banali, ma da te generavano ilarità.
Ricordandoti, ieri sera in quel Consiglio comunale di cui hai fatto parte per quindici anni, ho detto, parlando della tua statura fisica, che era inversamente proporzionale a quella morale. Ripensandoci – e fai attenzione alla battuta – eri proprio piccolo!
Ti abbiamo salutato oggi in una mattinata banalmente casalese con un po’ di nebbia ed il mercato. Ti abbiamo accompagnato per la città con la banda e le bandiere, sarò un pure un po’ coglione ma ‘ste robe mi commuovono.
Ho abbassato lo sguardo per non farmi vedere e ho visto che le scarpe da ginnastica non le stava indossando nessuno: quelle erano tue. Erano quelle che richiamavi sempre all’inizio di una campagna elettorale, per una manifestazione o un’iniziativa. Erano la metafora dell’impegno generoso e incondizionato.
Ho rialzato lo sguardo e ho visto i tanti che abbassavano il capello al tuo passaggio e una volta ancora mi è spiaciuto non indossarlo. Lascia allora che te lo dica anche senza cappello: ciao Italo, ci mancherai.