Apprendiamo dalle colonne de Il Monferrato che il Sindaco Giorgio Demezzi avrebbe partecipato al convegno promosso da Movimento per la vita, Comunione e Liberazione, Alleanza cattolica di domenica scorsa per “capire e informarsi” su profili della legge di “Per il contrasto dell’omofobia e della transfobia”. Il modo migliore per comprendere un tema delicato come questo sarebbe stato quello di aprire la città al dibattito aperto e plurale , ma non era questa l’ottica del dibattito.
Trascuriamo pertanto il significato politico del fatto che il primo cittadino si sia recato ad un convegno di una parte che ha una visione ideologica del tema e proviamo contrariamente a quanto dice don Cabrino a parlare di questa legge.
Credo di poterlo fare con cognizione di causa essendo stato tra i firmatari di quella proposta di legge.
La proposta di legge contro l’omofobia chiedeva una piena estensione della Legge Mancino Reale (legge che tutela categorie sensibili fondate su religione, etnia e nazionalità) anche agli atti dettati da “omofobia” o “transfobia” . Questa proposta di legge ha avuto inizialmente grande consenso tanto che è stata tra le proposte più sottoscritte della nostra storia parlamentare. Segno che c’era e c’è una larghissima maggioranza favorevole ad estenderla ai crimini per omofobia e transfobia.
L’iter della legge, però, è stato più volte ostacolato in Commissione e subissato da un numero di emendamenti degno di una finanziaria.
Gli oppositori della legge, al netto di teorie morali, hanno più volte colto a pretesto il reato d’opinione come elemento pericoloso della proposta. Si è trattato invece di una battaglia ideologica pretestuosa perché la fattispecie delittuosa descritta dalla legge Mancino-Reale è molto chiara e precisa, individuando condotte che vanno ben al di là della semplice manifestazione di un’opinione. Infatti, essa punisce l’istigazione a commettere una discriminazione o una violenza, non mere opinioni, quand’anche esse esprimano un pregiudizio.
Dopo continui rimandi la Legge è approdata alla Camera la settimana scorsa dove è stata fortemente depotenziata dal cosiddetto “emendamento Gitti”. Da più parti si è detto che tale emendamento avrebbe creato le condizioni per costruire un largo consenso parlamentare. Questo non corrisponde al vero, non solo per l’alto numero di sottoscrittori, ma perché proprio su quell’emendamento il Pd si è spaccato con circa 80 deputati che hanno votato contro e anche la parte laica dei deputati di Scelta Civica era in forte imbarazzo nell’approvarlo.