L’Italia dovrà prima o poi rendere operativo un piano energetico e industriale di grande portata.

Il nostro Paese è  orfano di una seria politica energetica, i cui unici e ultimi indirizzi del Governo Monti ci riportano ad un’ insensato e antieconomico ritorno alla ricerca degli idrocarburi.

Cominciare dalla riqualificazione energetica dell’edilizia è fondamentale e rappresenta un primo passo per ridurre le bollette energetiche di famiglie e imprese e rilanciare economia e occupazione.

Mantenere le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica e per il fotovoltaico in edilizia e per interventi per la sicurezza sismica è essenziale. Come sarebbe essenziale una via di incentivo alla bonifica da amianto attraverso un sistematico sostegno alla sostituzione di coperture con pannelli fotovoltaici, sia negli edifici privati, che soprattutto pubblici.

Stabilizzare l’ecobonus, infatti,  potrebbe generare nuova occupazione e ad una sensibile riduzione dei costi in bolletta. Senza contare le ricadute che possono essere ottenute nel settore sanitario-ambientale derivanti dalla riduzione delle emissioni in atmosfera.

Avremmo a portata di mano una misura per l’efficienza energetica e la ripresa economica, magari prima di rendere operativo un piano più sistematico che contempli altri meccanismi anche per altri settori, ma finora la nostra politica non ha saputo o voluto svilupparla.

Se il quadro generale del decreto ecobonus rappresenta un embrione di politica anticiclica, le coperture previste sono ben poco condivisibili, perché a svantaggio dell’editoria e del settore del vending (distribuzione automatica di alimenti e bevande) uno dei pochi settori produttivi in crescita nel nostro Paese. Più volte abbiamo ipotizzato coperture differenti, in particolare con prelievi sui ricavi dal gioco d’azzardo, ma all’incisivitá su una vera piaga sociale, si è preferita l’ipocrisia accantonando questa ipotesi.