Da cittadini a sudditi, da governo a sovrano

16 years ago by in Articoli

misercard

Quaranta euro al mese per chi ha davvero poco sono comunque un piccolo sollievo e nessuno di noi pensa il contrario.  Ma quaranta euro possono essere un diritto o una carità. Ecco Berlusconi e Tremonti hanno deciso che da bravi e misericordiosi sovrani, anche assai paternalisti, in periodo di crisi profonda come quella che sta squassando l’Italia, l’Europa,  il mondo fosse giusto elargire una piccola carità ai più bisognosi tra i  bisognosi.
Esattamente  questo è il punto. Ciò che noi proprio non condividiamo dell’operazione social card è l’idea caritativa che vi è dietro, se quei  40 euro fossero un diritto si sarebbero elargiti con la pensione, e l’effetto discriminatorio che produce.  Chi la otterrà avrà contemporaneamente “vinto” anche  la patente di poverissimo.
Non è così che uno stato moderno, un governo democratico affrontano la crisi. E quelle migliaia di uomini e donne precari nel lavoro e nella vita a cui non verrà rinnovato il contratto a quale santo potranno far ricorso? E quelle centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori per i quali si paventa un futuro di cassa integrazione e di disoccupazione in quale santuario potranno supplicare misericordia? 
No, proprio non ci siamo.  Sono altre le misure di politica economica che andrebbero adottare per rendere salari stipendi e pensioni più adeguati, magari recuperando risorse dalla defiscalizzazione degli straordinari in un epoca in cui il lavoro manca, certo non è sovrabbondante, per restituire il fiscal drag o magari defiscalizzare le tredicesime. Sono altri gli interventi walfare che andrebbero approntati magari destinando fondi consistenti agli ammortizzatori sociali da estendere anche ai lavoratori precari. E altro ancora un “buon governo”  potrebbe mettere in campo.
Ma quello Berlusconi non è un buon governo.
Per questo noi   saremo nelle tante piazze italiane al fianco della Cgil il prossimo 12 dicembre.
Per questo terremo in tasca la “Miser Card” per dire forte e chiaro che vogliamo diritti e non carità, che vogliamo politiche e non elemosine, che siamo cittadine e cittadini e non sudditi e non accettiamo discriminazioni.

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