I cittadini di Carpignano Sesia si sono espressi chiaramente sul progetto dell’ENI di impiantare pozzi petroliferi nei loro territori. Lo hanno fatto attivandosi, costituendosi in comitato, vincendo un referendum consultivo. Ieri attraverso l’iniziativa del comitato DNT hanno chiesto di fare altrettanta chiarezza a chiarezza ai candidati del prossimo parlamento italiano.
Il nostro Paese e il Piemonte in particolare hanno già pagato prezzi troppo cari in termini ambientali e di rischio della salute per potersi ancora una volta imbarcare in avventure come quelle delle trivellazioni petrolifere, che proprio in provincia di Novara hanno dimostrato di non essere propriamente sicure.
In questa vicenda si riassume tutta la contraddizione del nostro Paese che sembra inseguire la modernità con strumenti obsoleti e che potevano avere un senso nell’immediato dopoguerra.
Occorrerebbe prestare attenzione ai timidi, ma fondamentali, principi di Europa 20-20-20 nell’ottica di ridurre le immissioni inquinanti e nell’investimento di energie rinnovabili in un arco temporale piuttosto breve. E’ assurdo invece che che il piano varato dal Governo Monti reintroduca le trivellazioni per idrocarburi in Italia come elemento strategico.
L’opposizione delle popolazioni interessate da questo progetto, non può essere considerato un fatto locale, lo stesso spirito costruttivo e attento deve invece delineare un nuovo tipo di sviluppo capace di essere compatibile con l’ambiente e non dannoso per la salute.