Due giorni in Piemonte per il leader di SEL tra giustizia, lavoro, economia, cittadinanza e diritti.
di Gioele Urso
“La differenza tra te e me”. Non è solo il titolo di una canzone, è anche il solco che Nichi Vendola ha voluto tracciare con il “caimano” Silvio Berlusconi. In politica i tempi contano e nel giro di quarantotto ore sono arrivate sia la richiesta di condanna a 20 mesi per il leader di SEL (la sentenza arriverà il 31 ottobre), sia la sentenza di primo grado contro il leader del PdL con una condanna a quattro anni. Una richiesta contro una condanna: due reazioni opposte.
A Novara, dove ha aperto il tour piemontese di sabato e domenica scorsi, Vendola ha dichiarato: “Penso che un uomo quanto più ha potere tanto più debba avere ossequio nei confronti di chi esercita controllo di legalità. Uscire dal berlusconismo significa uscire anche dalla consuetudine in cui i potenti chiedono impunità”. Parole dette in quello spazio di tempo tra l’annuncio della non ricandidatura di Berlusconi e la sua ri-discesa in campo.
Il leader di SEL ri badisce più volte: “Se dovessi essere condannato io desidero difendermi da privato cittadino senza coinvolgere l’onore delle istituzioni e della politica: non vorrei che nessuno mi scambiasse per un qualsiasi Fiorito” – e sabato sera dopo la conferenza stampa nella quale l’ex Presidente del Consiglio ha lanciato un nuovo attacco alla magistratura, Vendola non può che rimarcare le differenze che vi sono tra lui e il Cavaliere.
“L’uscita di scena di Berlusconi equivale a voltare pagina? No perché resta il problema principale: congedarci dal berlusconismo. Il berlusconismo si propone come un problema più solido che riguarda le viscere della nostra società. Noi dobbiamo investire in cultura” – ed è anche da qui che si vede la differenza tra Vendola e gli altri. In queste Primarie è l’unico che ha messo la cultura al centro del suo programma elettorale.
E poi i diritti, la cittadinanza e l’economica: “Ma le banche che hanno preso i soldi dalla BCE hanno usato queste risorse per dare sollievo alle famiglie, al popolo delle partita Iva, alle imprese in difficoltà? No, hanno fatto ricapitalizzazioni interne e hanno continuato a speculare nei mercati del mondo. Far credere che ridurre il costo del lavoro fa aumentare quote di mercato e’ un errore. La parola d’ordine è innovazione, innovazione, innovazione”.
Infine il futuro della Sinistra in Italia: “Le primarie sono una lotta politica che per me ha voluto dire imporre la cancellazione dell’Agenda Monti. Sono la possibilità di non predeterminare la sconfitta. Potevamo mettere insieme tutti gli antagonisti e cercare di fare una bella sconfitta ma siamo di fronte ad una situazione drammatica, in un momento in cui una regione come il Piemonte, nell’ultimo trimestre ha visto la perdita di 25 mila posti di lavoro. Non so se ce la facciamo, ma farcela vuol dire ripartire dai lavoratori. Oppure non vale neanche la pena di fare la battaglia”.
Vendola non vuole essere il primo degli sconfitti: anche questo è un grande cambiamento culturale.