Oggi davanti al Consiglio Regionale del Piemonte hanno manifestato pacificamente e in silenzio i lavoratori dell’IPLA, l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente. Una delegazione di questi è stata poi ricevuta in audizione ed ha ribadito i motivi della preoccupazione che sta agitando gli stessi.
L’IPLA è una società pubblica controllata dalla Regione Piemonte e controllata anche dalla Regione Valle d’Aosta e dalla città di Torino. L’ente si occupa della pianificazione territoriale, della gestione della risorsa legno, della lotta alle zanzare, di studi e monitoraggi funzionali all’attivazione delle misure PSR, dello studio dei suoli agrari e forestali, della gestione dei rifiuti, della tutela ambientale, dello studio e salvaguardia della biodiversità, della fitopatologia e dell’assistenza delle aree protette regionali.
Il 2011 per l’istituto è stato l’anno peggiore da quando è stato fondato. I soci che dovrebbero garantire un numero di incarichi adeguato al funzionamento della società hanno latitato e per la prima volta l’IPLA ha chiuso con un bilancio in passivo.
I lavoratori si sono detti disponibili a collaborare con gli enti proprietari, avendo già prodotto un piano strategico di rilancio, ma il bastone tra le ruote è arrivato dalla famigerata spendig review del Governo Monti che prevede la riorganizzazione delle partecipate.
L’Assessore Ravello ha garantito che una soluzione verrà trovata e che il bilancio verrà approvato, ma nessun impegno è stato preso rispetto alla ricapitalizzazione della società.
Anzi la Regione non si è presentata all’ultima assemblea dei soci.
In questo momento, a causa della “legge Bersani” del 2006, l’IPLA può lavorare esclusivamente per i suoi azionisti pubblici, mentre le competenze e le professionalità dei suoi lavoratori potrebbero consentirle di servire anche altri enti pubblici ed istituzionali: in passato la Regione Liguria aveva mostrato interesse per l’operato dell’istituo.
Questi lavoratori hanno diritto ad avere risposte chiare ed immediate. Le loro professionalità sono un patrimonio importante della nostra Regione.
Le preoccupazioni sull’IPLA investono inoltre una serie di progetti specifici come quello sulla lotta biologica integrata alle zanzare, che iniziato nel 1995 ed uscito dalla fase sperimentale interessa oggi un’area di 120 Comuni sparsi su 7 province, con il coinvolgimento di 425 aziende risicole e ha permesso il consolidarsi di professionalità. Sono un centinaio i dipendenti che oggi, con varie modalità contrattuali non solo vivono l’incertezza dell’Istituto, ma anche la reale possibilità di prosecuzione di un progetto che nell’arco degli anni inizia a dare effetti positivi su larga scala.
Non da ultimo se la società fosse chiusa il Piemonte dovrebbe restituire i fondi europei relativi a importanti progetti comunitari. In un momento delicato come questo, riteniamo che realtà di questo genere dovrebbero invece essere valorizzate per lo sviluppo ed il rilancio del nostro territorio.
Fabio Lavgno (Coordinatore regionale SEL)
Monica Cerutti (Consigliera regionale SEL)