La politica delle aree protette piemontesi, condotta dalla Giunta Cota, ci preoccupa molto. La netta percezione è che, volutamente in tempi brevi, con la scusa della crisi, si vada verso una sorta di dismissione silenziosa di un sistema che, pur avendo bisogno di una revisione, tutto merita tranne la sdegnosa trascuratezza da parte delle istituzioni e della politica .
Un sistema che in trent’anni di vita ha contribuito a tutelare e far conoscere il meglio del Piemonte in Italia e non solo. Qui sono nati progetti di alto valore scientifico , riconosciuti in tutto il mondo (dalla Banca del Germoplasma al Progetto Lupo, monitoraggi aria, acqua e molto altro), insieme a importanti progetti di promozione dello sviluppo locale e di educazione ambientale per centinaia di migliaia di studenti.
“I segni del decadimento sono piuttosto evidenti – commenta Vanda Bonardo responsabile Ambiente di SEL Piemonte - la banalizzazione del ruolo dei parchi, il commissariamento come logica conseguenza dei criteri scelti per l’elezione dei presidenti, l’assenza di rappresentanze ambientaliste, il blocco delle politiche di sistema, l’oblio di strumenti fondamentali quale la Carta della Natura. Più di tutto il resto è emblematico il cappio messo al collo degli enti. L’inaudito taglio alle risorse e al personale appare oggi in tutta la sua evidenza: una vera e propria condanna a morte.”