Lo scorso anno l’Amministrazione casalese aveva voluto dimostrare un esasperato efficientismo portando il Consiglio comunale a discutere e votare il bilancio preventivo per il 2011 a ridosso di Natale strozzando il dibattito e promettendo che tale scelta avrebbe portato grandi capacità progettuali.
Di svolte o accelerazioni progettuali, francamente non abbiamo avuto traccia; in compenso quest’anno di bilancio nessuno parla pur essendo arrivati a ridosso del periodo pasquale.
La confusione normativa attuale sulla fiscalità locale relativa all’IMU, prodotta dall’attuale Governo tecnico (che non appare così salvifico per le sorti dell’Italia) non fa altro che sommarsi alle confusioni prodotte dal precedente Governo Berlusconi nelle materie relative agli Enti Locali; che a fronte delle mirabolanti promesse, sotto la spinta ideologica del federalismo, non hanno visto altro che un continuo sommarsi di tagli e vincoli finanziari che ne minano la capacità di spesa.
Comprendiamo che in tali difficoltà si dibatta anche il Comune di Casale, però ci appare un piuttosto riduttivo che allo stato attuale trapeli unicamnte la mancanza di circa 2 milioni di Euro, solo in parte recuperabili da nuove entrate, per pareggiare il bilancio. Una cifra, di quest’ordine di grandezza era, infatti, già facilmente desumibile mesi fa.
Più volte è stato dichiarato e sostenuto che il bilancio casalese, a differenza di altri bilanci comunali, sia sano seppur estremamente rigido.
Vogliamo che i conti dei casalesi continuino ad essere in ordine. Allo stesso tempo vogliamo che per “far quadrare” il bilancio non si dovesse soltanto procedere ad un progressivo aumento della fiscalità e delle tariffe; perché da un lato non basterebbe e dall’altro non sarebbe corretto caricare di un peso eccessivo i cittadini già ampiamente soverchiati dalla crisi economica e da livelli di disoccupazione giunti a soglie di estrema preoccupazione.
Per mantenere un “bilancio in ordine” e allo stesso tempo, non fare operazioni a sottrazione (come la paventata chiusura del servizio Asili nido), che non farebbero altro che indebolire i servizi erogati dal Comune (a scapito delle fasce più deboli); occorre che sia apra al più presto un serio dibattito in seno al Consiglio comunale.
Occorre ripensare la struttura comunale nel suo insieme, renderla compatibile alle attuali capacità di bilancio e aprirla alla gestione come centro servizi per i piccoli comuni.
Questa non può essere la stagione dei tagli lineari e nemmeno quella di un arbitrario taglio ai servizi; perchè questi produrrebbero effetti devastanti sia sull’organizzazione del Comune che sui servizi. Inoltre, va definita una politica delle entrate che non si scarichi sui cittadini.
Chiediamo che fin da subito l’Amministrazione apra con tutti i gruppi del Consiglio comunale un vero dibattito sul bilancio, illustrando la situazione attuale, le proposte; ma soprattutto dando avvio ad un lavoro di riforma del Comune al quale non ci sottrarremo e che per avere efficacia deve contare su di un’ampia condivisione. Solo così la dichiarazione, dei mesi scorsi dell’Assessore al Bilancio Filiberti “non diminuire i servizi né qualitativamente, né quantitativamente” potrà avere credibilità.