Sinistra Ecologia Libertà del Piemonte ha deciso di iniziare da questo fine settimana un capillare lavoro di informazione sui contenuti della manovra economica del governo Monti e sulle controproposte che avanziamo. Controproposte tese non a migliorare ma a modificare radicalmente un concentrato di iniquità sociali che nulla hanno da invidiare alle manovre proposte ancora nella scorsa estate dal governo Berlusconi.
Con grande senso di responsabilità abbiamo evitato di esprimere giudizi preventivi sulle opzioni programmatiche illustrate da Monti, scontando anche malumori tra molti militanti che da subito avrebbero voluto una posizione di chiara contrapposizione. Riteniamo che tale scelta sia stata corretta e lungimirante e che oggi ci consente di esprimere una contrarietà non aprioristica. L’equità o il suo contrario non si misurano da chi fa le proposte ma dai contenuti materiali delle stesse.
Noi non ravvisiamo grande equità in una manovra che incide in modo pesante solo su una parte della popolazione. L’elevazione della età pensionabile, il taglio ai rendimenti pensionistici con l’estensione per tutti del sistema contributivo, la non rivalutazione delle pensioni che superano di poco i 900 euro, l’aumento della tassazione indiretta anche sui generi di prima necessità, l’ulteriore taglio alla spesa sanitaria da compensarsi con l’aumento dell’IRPEF regionale, la rivalutazione catastale degli immobili applicata in modo eguale ai mini appartamenti e ai grandi patrimoni immobiliari, l’ennesimo taglio alla finanza locale – con la conseguente riduzione dei servizi erogati dai comuni, non sono certo leniti dalle lacrime della ministra Fornero.
Chi per l’ennesima volta non sarà chiamato a risanare l’economia del paese è quella parte consistente della popolazione che, pur in una fase di recessione economica, ha visto crescere in modo esponenziale la sua ricchezza.