Il risultato del referendum Mirafiori segna un disagio nel mondo del lavoro verso cui la politica non può non prendere posizione.
I lavoratori della FIAT sono stati lasciati soli dalla politica e da una parte consistente della città di Torino. Soli a decidere una riduzione di diritti e peggioramento delle condizioni di lavoro in alternativa alla chiusura dello stabilimento.
Questo risultato merita il rispetto nei confronti di chi ha subito il più odioso dei ricatti e la vergogna di chi ha deciso di tacere o di sostenere le posizioni di una azienda che in nome della modernità abolisce le pause di lavoro, stabilisce a chi competa la rappresentanza dei lavoratori al suo interno, impone di lavorare 10 ore al giorno.
Questo referendum, indipendentemente dai suoi esiti, dove la vittoria dei SI, che è solo numerica e non politica, riporta al centro della discussione politica e amministrativa le questioni del lavoro e dei lavoratori. Questioni a cui non sarà più concesso a nessuno non schierarsi pilatescamente. In special modo a chi vuole costruire una alternativa politica e sociale ad un Governo che, attento alle leggi ad personam, nulla ha detto e nulla ha fatto per difendere, non gli interessi dei lavoratori della FIAT, ma la dignità delle persone che ogni giorno con il loro lavoro, con le loro tasse, con il loro impegno consentono, nonostante tutto, a questo paese di sopravvivere.
Fabio Lavagno
Coordinatore regionale Sinistra Ecologia Libertà