Democrazia e partecipazione sono vocaboli che in Europa in generale e nel nostro Paese in particolare denotano stanchezza e lontananza quando non denunciano una crisi profonda, specie se paragonate con le grandi spinte ideali del secolo scorso.
Oggi, a differenza del passato, la tecnologia mette a disposizione nuovi mezzi che risultano essere rivoluzionari se paragonati con quelli di una comunicazione prettamente uni-direzionale del passato.
Gli strumenti messi a disposizione dalla rete ed in particolare da quella che viene definita la nuova fase del web 2.0, rappresentano la vera novità e la sfida più alta con la quale la politica ha l’obbligo di misurarsi, dimostrandosi, possibilmente, all’altezza.
Saper raccogliere, utilizzare e confrontarsi con i “nuovi media” è bagaglio necessario per ogni politico o amministratore che abbia a cuore la democrazia e il rapporto aperto con i cittadini.
Questi strumenti di cui spesso si parla, ma che poco convintamente vengono praticati, hanno un carattere di orizzontalità totalmente nuovo inavvicinabile dai mezzi di comunicazione tradizionali.
I mezzi d’informazione del ’900, in particolare il più recente e più massivo quello televisivo hanno rappresentato molto sul piano della formazione di un identità comune nazionale, ma anche su quello dell’omologazione così come hanno mediamente aumentato il livello culturale medio, ma progressivamente disincentivato il pensiero critico, con il prevalere del meccanismo commerciale.
Oggi è necessario, ed è possibile, essendovi gli strumenti a costi accessibili, di immaginare il web come uno spazio vivo e reale e non solo come un mezzo, uno spazio in cui ciascuno possa avere pieno diritto di cittadinanza e riscoprire nuovo senso di appartenenza anche alle forme di partecipazione e democrazia.
L’esperimento, perché di questo mi pare si sia trattato, che la seduta d’insediamento del Consiglio Comunale di Casale, venisse interamente trasmesso tramite webTV, mi pare sia stato un ottimo tentativo in questo senso.
Occorre adesso raccogliere questo tentativo e renderlo pienamente efficace. Bisogna capire se l’Amministrazione appena insediatasi in questa città, vuole perseguire fino in fondo questa strada . Sarebbe grave se l’Amministrazione si limitasse ad aver permesso, convinta di perseguire propri fini d’immagine la seduta, senza concordarlo con i gruppi consiliari, nella quale si è insediato anche il neo-Sindaco, con tanto di pubblico plaudente e , contrariamente al regolamento mai richiamato dalla neo-eletta Presidente del Consiglio.
Su queste tematiche che attengono all’innovazione, alla partecipazione e alla democrazia più in generale siamo pronti ad aprire un confronto serio e costante con la nuova Amministrazione ed all’interno del Consiglio Comunale.
Avvicinare i cittadini alle istituzioni non è solo un nostro generico dovere, ma una buona pratica che va perseguita con perseveranza e convinzione. Per queste ragioni proponiamo che le sedute del Consiglio Comunale vengano trasmesse nella forma sperimentata, non in forma occasionale, ma regolarmente ed in forma integrale. Questo potrà essere possibile se l’Amministrazione si doterà degli strumenti per poterlo fare con propri mezzi o delle risorse necessarie per dotarsi esternamente di questo servizio con continuità.
Occorrerà, naturalmente, individuare le forme ed i modi più opportuni per garantire la piena dignità del Consiglio e dei suoi lavori così come forme di garanzia per tutti i membri ed i partecipanti al Consiglio stesso. Sono certo, tuttavia, questi aspetti regolamentari potranno essere facilmente superati rifacendosi ad altre istituzioni che già praticano simili forme di diffusione dei propri lavori.
La vera questione resta, invece, la volontà di confrontarsi sulla piena accessibilità e la possibilità che la politica ha di recuperare un rapporto sereno e trasparente con i cittadini, in particolare quelli più giovani.
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Sono sfide per tutta la politica italiana, visto che ormai, in modo strisciante, la democrazia ci viene limitata quotidianamente nell’assoluto silenzio delle forze parlamentari di opposizione e la partecipazione … Visualizza altroè di fatto stata annullata dalla invenzione dei “partiti leggeri” fatti solo di classi dirigenti che sfuggono il confronto con la loro base, che non può più esprimere consensi e dissensi, nè esrpimere preferenze per candidati in occasione delle elezioni. E l’elenco potrebbe continuare a lungo……
Siamo lieti del consenso che il nostro esperimento ha riscosso fra amministratori, cittadini, lettori del giornale e navigatori del sito. Un coro a cui si aggiunge anche la voce certo autorevole dell’ex assessore Fabio Lavagno. Ma riteniamo necessaria una precisazione.
La trasmissione in diretta del primo Consiglio comunale è stata un’iniziativa giornalistica autonoma della redazione de “Il Monferrato”, sulla scia del successo e dell’interesse riscontrato con le due dirette realizzate in occasione dei due turni elettorali.
Informazione giornalistica – con la possibilità di interventi di commento dallo studio – nell’esercizio del diritto di cronaca. Naturalmente, e giustamente, a nostre spese. Per offrire ai nostri lettori – navigatori un servizio più ampio, con la garanzia della professionalità che la redazione esprime nello stesso modo sia con il giornale che attraverso le nuove tecnologie.
Il consigliere Lavagno pare invece alludere a una sorta di servizio pubblico: una prospettiva certamente interessante e già praticata altrove. Ma solo in caso di servizio pubblico, che peraltro si può anche conciliare con l’informazione giornalistica (la Rai ne è l’esempio), ha senso parlare di aspetti regolamentari.
Che poi la nostra diretta del Consiglio comunale sia risultata un “servizio al pubblico” ci fa molto piacere. Ma è una cosa diversa da un servizio pubblico.