Il referendum di modifica del sistema elettorale, previsto per Domenica prossima 21 Giugno, va boicottato senza indugio non ritirando le schede relative ai tre quesiti, e ritirando solo quelle relative ai ballottaggi sostenendo i candidati del Centro-Sinistra.
Si tratta di una indicazione netta, senza indugi, perché in gioco ci sono elementi vitali perché si mantenga almeno quel che rimane delle possibilità di espressione di pluralismo democratico, da parte dell’elettorato.
Non rievochiamo in questa sede, per evidenti ragioni di economia del discorso, il lungo itinerario che ha portato, dall’avviarsi della transizione italiana di inizio anni’90, ad oggi, al ridursi del ruolo dei partiti e del sistema politico al servizio di una idea di governabilità esaustiva dell’agire politico, limitando la possibilità di espressione della rappresentanza.
Naturalmente l’attuale sistema elettorale è pessimo, sotto vari aspetti, ma un esito positivo del referendum lo peggiorerebbe ulteriormente, senza nessuna possibilità alle viste di modifica in una direzione positiva, di eventuali potenzialità di allargamento del sistema democratico.
La riduzione della frammentazione partitica avverrebbe, nel caso di successo dei due quesiti referendari che abrogherebbero le coalizioni, in un contesto di sovrarappresentazione di una minoranza: la strada che, come insegna la storia più recente, apre alle tentazioni più forti verso strette autoritarie, che in Italia vediamo già in atto al riguardo del mondo dell’informazione, della magistratura, della modifica dei regolamenti parlamentari, nell’uso indiscriminato dei decreti – legge.
Su questo punto occorre essere chiari, senza infingimenti di sorta.
Con il sistema elettorale eventualmente modificato dal referendum un solo partito potrebbe aggiudicarsi la maggioranza dei seggi, anche soltanto con il 30% dei voti, con un effetto di distorsione davvero rilevante ( in analogia con quanto accadde, nel 1924, con la cosiddetta “Legge Acerbo”, voluta dal fascismo e che ne consolidò il potere per via elettorale: una legge che presentava molte analogie con quella che eventualmente, potrebbe emergere il 21 Giugno); d’altro canto la legge, nel caso di assegnazione del premio di maggioranza, alla sola lista più votata, potrebbe essere aggirata con la formazione di liste – arlecchino che si metterebbero assieme soltanto per conquistare il premio e poi dividersi il giorno dopo, sviluppando così un meccanismo di ulteriore frammentazione del quadro politico, come era, del resto, già accaduto con il sistema misto maggioritario – proporzionale, con cui si votò in Italia dal 1994 al 2001.
Nell’effettuare una scelta, in questa occasione, è necessario tener conto, con grande attenzione, della realtà che il nostro Paese sta vivendo in questa fase, muovendosi in maniera realistica ed impedendo pericolosi salti nel buio, frutto di quelle analisi sbagliate ed improvvisate che hanno aperto la strada ad una pericolosa egemonia di tipo populistico – personalistica, da combattere con grande decisione.