Ecco una legge che aiuta a vivere meglio. Attesa da più di 30 anni, la legge sul divorzio breve finalmente semplifica le procedure, riduce i contenziosi e fa risparmiare. Non è stato facile raggiungere questo traguardo ma, dopo ostracismi e rinvii, ci siamo riusciti. E bene.
Quasi il 40% dei divorzi definiti presso gli Uffici di stato civile e il 10% di quelli definiti presso i tribunali, nel 2015, sono stati divorzi “brevi” (Istat). Se è vero che, sempre secondo l’Istat, nel 2015 i divorzi sono aumentati del 57% rispetto al 2014, ancor più rilevante è che un terzo di questi viene definito presso gli Uffici di stato civile anziché nei tribunali, con notevole risparmio economico, oltre che di tempo, delle persone coinvolte.
La legge sul divorzio breve è stata accompagnata, infatti, anche da un’altra importante legge approvata ed entrata in vigore nel 2014, la n.132/2014, che prevede la possibilità di accordi extragiudiziali in materia di separazione con la negoziazione tra avvocati o presso gli Uffici di stato civile. Questa norma ha portato un significativo decongestionamento del sistema giudiziario: i dati del Consiglio nazionale forense dicono che il 75% di tutti gli accordi di negoziazione assistita conclusi con successo nel 2015 riguarda divorzi e separazioni, mentre il 32.8% dei divorzi e il19.3% delle separazioni sono state definite presso gli Uffici di stato civile.
Un anno per risolvere situazioni matrimoniali irrimediabilmente compromesse rispetto ai tre anni previsti dalla precedente legislazione, che diventano sei mesi in caso di separazione consensuale: queste le norme che finalmente allineano l’Italia agli altri Paesi europei. I vantaggi sono evidenti, perché ridurre il periodo conflittuale riduce anche le tensioni e le sofferenze familiari anche, e soprattutto, in caso di presenza di figli minori.