Contro lo spreco alimentare. Recuperare per redistribuire

7 years ago by in #Millegiorni e oltre - Fatti Concreti, Info Tagged: , ,

UNA LEGGE NATA DAL BASSO

Quella sullo spreco alimentare è la storia di una legge nata dal basso. Dall’ascolto delle associazioni che tra mille difficoltà e impedimenti burocratici, in questi anni recuperavano le eccedenze alimentari del commercio e della ristorazione per donarle a chi ne ha più bisogno. Esperienze che abbiamo imparato a conoscere e che andavano incoraggiate, diffuse, implementate. Abbiamo incontrato i volontari, alcuni amministratori, per capire come poterli sostenere e per scoprire quali buone pratiche sono già diffuse sul territorio. Da questo confronto è venuta alla luce una legge che semplifica, favorisce e incentiva la donazione.

COSA E QUANTO SI SPRECA

Ogni anno, in Italia, si producono (dati del Politecnico di Milano, 2015) circa 5,6 milioni tonnellate di alimenti che rimangono inutilizzati. Si tratta di cibo che viene preparato, trasformato, distribuito ma, per ragioni diverse, non è né venduto né consumato. Il 57% dello spreco avviene nella filiera economica (settore primario, produzione, trasformazione, distribuzione, ristorazione), il restante 43% nelle case.

OBIETTIVO DELLA LEGGE

La legge punta a evitare lo spreco di prodotti invenduti ma perfettamente utilizzabili e distribuirli a persone in condizioni di povertà. Lo fa creando un quadro normativo che facilita le associazioni di volontariato, le imprese e gli enti locali nel costruire una rete efficiente di recupero.

GLI STRUMENTI

Le imprese nel settore alimentare vengono incentivate a cedere gratuitamente le proprie eccedenze alimentari. Agisce sul piano della semplificazione burocratica, della chiarezza normativa e delle agevolazioni fiscali e l’invito ai Comuni a fare sconti sulla tariffa rifiuti per chi dona. In questo modo un negozio, una mensa scolastica o un’impresa agricola che si trovano dei prodotti in eccesso potranno donarli, senza intralci burocratici o incorrere in sanzioni, ad associazioni di volontariato. Viene prevista l’istituzione di un fondo per la ricerca di tecnologie e progetti che possano limitare ulteriormente lo spreco. Si tratta di una serie di misure che fa dell’Italia il primo paese europeo ad essersi dotato di una legge organica che riguarda l’intera filiera agroalimentare.

LE NOVITÀ

La legge spiega la differenza tra i prodotti con data di scadenza e quelli da consumarsi preferibilmente entro un certo termine. Questo consente di recuperare prodotti ancora buoni ma non più vendibili.

Allarga la possibilità di donazione ai farmaci e agli alimenti confiscati.

Vengono incentivati l’uso nei ristoranti delle family bag, i contenitori che consentano di portarsi a casa i propri avanzi e promossi percorsi scolastici di sana educazione e sensibilizzazione al consumo critico e sostenibile.

UN ANNO DOPO

Ad un anno dall’entrata in vigore della legge, molte amministrazioni comunali hanno messo in pratica alcune delle opportunità previste. C’è chi ha introdotto uno sconto sulla tariffa rifiuti agli esercizi commerciali che donano le eccedenze alimentari, e chi ha promosso progetti per il recupero anche di altri beni di consumo, come ad esempio gli abiti. Alcune di queste esperienze sono state presentate alla Camera dei Deputati, perché la legge contro gli sprechi alimentari rimane un cantiere aperto.

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