L’articolo 48 dell’attuale Costituzione stabilisce che ‘è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere’. Questa previsione – introdotta con modifica costituzionale nel 2000 – sancisce la partecipazione nel Parlamento italiano dei rappresentanti degli italiani all’estero.
Nel disposto del nuovo articolo 48, come modificato dalla riforma, è specificato che ‘è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione della Camera dei Deputati’. Verrà dunque eliminata la Circoscrizione Estero istituita per il Senato della Repubblica, nella quale oggi vengono eletti 6 senatori. Il Senato, dunque, cambia funzione, e diventa finalmente organo di rappresentanza di Regioni e Comuni: non avrebbe avuto senso, dunque, che a esso partecipassero anche i rappresentanti degli italiani all’estero.
L’eliminazione dei senatori eletti nella circoscrizione Estero deve essere letta e inserita nel quadro più ampio della Riforma. Se un senatore ha il dovere di rappresentare il proprio territorio, e non più l’intera Nazione (prerogativa che spetta con la riforma alla sola Camera dei Deputati), appare ragionevole che la riforma abbia eliminato quel minimo contingente di Senatori completamente slegato dai territori. Di contro, senatori legittimati direttamente dai cittadini al momento del rinnovo del Consiglio regionale sembrano più idonei a ricoprire il ruolo che la nuova Costituzione assegnerà loro.
Un Senato dall’alto valore politico, che funga da raccordo tra Enti territoriali e Stato centrale, avrà bisogno di quel forte radicamento nel territorio, di quella profonda comprensione delle problematiche locali che il nuovo assetto istituzionale garantirà.