Ora che la vicenda Sandalo ha avuto un suo primo grado di giudizio occorre dire che è stato un fatto grave ed increscioso. Non dirlo, tacere o soprassedere significherebbe non rispettare e non valorizzare le esperienze di Centro-Sinistra che hanno amministrato quasi ininterrottamente Casale per oltre tre decenni.
Esperienze che hanno fatto dell’amministrare una missione prima ancore che un’esperienza politica, a volte rasentando il pauperismo francescano se rapportate alla realtà italiana per come si è delineata. Questa vicenda si pone come un fatto grave ed increscioso perché non ha precedenti nella classe dirigente politica del Monferrato, che ha attraversato, anni anche bui della storia repubblicana, senza mai venire scossa da vicende che ne ponessero in dubbio la moralità.
Questa vicenda si dovrebbe porre, con tutta la sua gravità, come uno spartiacque tra un prima, di cui non c’è nulla di cui vergognarsi, e un dopo in cui il Centro-Sinistra e il Partito Democratico, in particolare, deve rivendicare tutte le distanze necessarie da queste pratiche e ricostruire un senso di comunità e utilità della politica per essere baluardo della credibilità delle istituzioni di fronte all’avanzata di sterili populismi incapaci di garantire quel perimetro di rispetto e di garanzia per la democrazia nel nostro Paese.