Il provvedimento, approvato alla Camera, è rivolto alla razionalizzazione delle procedure di demolizione conseguenti a illeciti edilizi e conferma, per la fase dell’esecuzione delle demolizioni, l’attuale sistema a doppio binario, che vede la competenza:
- dell’autorità giudiziaria, in presenza della condanna definitiva del giudice penale per i reati di abusivismo edilizio, ove la demolizione non sia stata ancora eseguita;
- delle autorità amministrative (Comuni, Regioni e Prefetture), che procedono con le forme del procedimento amministrativo.
Sarà attribuito al titolare dell’Ufficio requirente il compito di determinare i criteri per l’esecuzione degli ordini di demolizione delle opere abusive e di rimessione in pristino dello stato dei luoghi, in presenza di condanna definitiva.
Il PM dovrà, in particolare, considerare gli immobili di rilevante impatto ambientale, paesaggistico, storico e artistico, a quelli che rappresentano un pericolo per l’incolumità pubblica e agli immobilinella disponibilità di soggetti condannati per reati di associazione mafiosa.
Si istituisce, presso il Ministero delle infrastrutture un fondo di rotazione, dotato di 5 milioni di euro nel 2016 e 10 milioni per ciascuno dei 4 anni successivi, per integrare le risorse necessarie per le opere di demolizione dei comuni.
E’ costituita, presso il Ministero delle infrastrutture la Banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio , di cui si avvalgono gli uffici distrettuali competenti e le amministrazioni comunali e regionali
Tutte le autorità e gli uffici competenti dovranno condividere e trasmettere le informazioni sugli illeciti alla banca dati. Il tardivo inserimento dei dati nella banca dati comporta una sanzione pecuniaria pari a 1.000 euro per il dirigente o funzionario inadempiente.
La gestione della banca dati è attribuita all’ Agenzia per l’Italia digitale, che dovrà garantire l’interoperabilità dei soggetti coinvolti e la gestione dei rilievi satellitari.
Il provvedimento torna ora al Senato.