Con l’approvazione definitiva da parte della Camera dei Deputati della legge sulle unioni civili, l’Italia esce dal medioevo dei diritti in cui era confinata, ponendo una solida base al percorso verso la piena parità di tutti i cittadini.
Dopo 30 anni dalla presentazione della prima proposta di legge in Parlamento e dopo decenni di tentennamenti e ritardi ingiustificati si restituisce dignità alle persone omosessuali rimuovendo discriminazioni non più tollerabili, attribuendo diritti basilari fino ad oggi negati.
Da domani le coppie omosessuali si potranno registrare di fronte ad un ufficiale di stato civile e potranno condividere il cognome e il domicilio, istituire un regime di comunione dei beni, assistersi nella malattia, usufruire della reversibilità della pensione, ereditare dal partner.
La legge oggi approvata è frutto di un cammino portato avanti con determinazione da parte del Governo e del Partito Democratico, superando contrapposizioni ideologiche, strumentalizzazioni e biechi ripensamenti messi in scena speculando sulla vita delle persone.
Si è trattato di cammino lungo e non ancora concluso nelle pienezza dei diritti. È importante però avere la consapevolezza di aver scritto una pagina importante nella storia dei diritti di questo Paese, e che altre ancora andranno scritte per rendere effettivo sino in fondo il principio di uguaglianza.