Maternità surrogata: la Camera approva 5 mozioni bipartisan

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L’Assemblea ha approvato cinque mozioni presentate da Ncd, Fi, M5s, Si e Pd sul tema della maternità surrogata.

Ma vediamo nel dettaglio il contenuto delle mozioni approvate dall’Aula

L’Assemblea di Montecitorio ha approvato la nuova riformulazione della mozione a prima firma Maurizio Lupi (Ncd), sia nella premessa, su cui il Governo si è rimesso all’Aula, che nel dispositivo che impegna il Governo:

“A dare attuazione alla risoluzione approvata dal Parlamento europeo in Assemblea plenaria (2015/2229) sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo , in cui si condanna la pratica della maternità surrogata, che mina la dignità umana della donna, visto che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usate come una merce e si afferma che la pratica della maternità surrogata, che implica lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per profitti finanziari o di altro tipo, in particolare il caso delle donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo, sia vietato e trattato come questione di urgenza negli strumenti per i diritti umani; ad attivarsi nelle forme e nelle sedi opportune per il pieno rispetto da parte dei Paesi che ne sono firmatari delle convezioni internazionali per la protezione dei diritti umani e del bambino e a promuovere iniziative che conducano al riconoscimento del diritto dei bambini alla loro identità personale e alla loro tutela”.

Quanto alla mozione a prima firma Mara Carfagna (Fi), è stato approvato il solo primo capoverso del dispositivo che impegna il Governo:
“A richiedere, nelle opportune forme e sedi internazionali, il rispetto, da parte dei Paesi firmatari, delle convenzioni interna- zionali per la protezione dei diritti umani e del bambino”.

Approvata, invece, integralmente la mozione presentata a prima firma da Maria Edera Spadoni (M5s) che impegna il Governo:
“Ad assumere iniziative affinché i Paesi membri e non del Consiglio d’Europa firmino, ratifichino e rispettino la Convenzione sulla prevenzione e sulla lotta alla violenza contro le donne e contro la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), in particolare i Governi membri rumeno, ucraino e russo, prendendo in considerazione nello specifico l’articolo 47 della suddetta Convenzione;
ad intervenire nelle sedi opportune affinché, nell’ambito del più ampio dialogo sul rispetto dei diritti umani e della tutela della donna, sia favorito, con i Paesi membri e non, un confronto riguardo alla pratica della maternità surrogata, come descritta nel citato paragrafo 115 della risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 17 dicembre 2015”.

Respinta la premessa della mozione presentata a prima firma da Marisa Nicchi (Si), di cui è stato però approvato il dispositivo che impegna il Governo:
“Ad affermare in ogni atto e in ogni sede nazionale ed internazionale il riconoscimento del principio di responsabilità e libertà di scelta delle donne nella pro- creazione, anche attraverso iniziative per: il contrasto di ogni eventuale forma di pratica sommersa e clandestina a causa dell’impossibilità di accedere alla gesta- zione per altri/e;
a colmare il deficit informativo attraverso un osservatorio di analisi del fenomeno, in modo da programmare politiche pubbliche adeguate per le tutele giuridiche, sanitarie, sociali di tutti i soggetti coinvolti in una realtà che di fatto esiste;
a stabilire accordi bilaterali sul fronte internazionale con i Paesi che hanno introdotto e normato la gestazione per altri/e, e programmi di cooperazione allo sviluppo per i Paesi a rischio di sfruttamento delle donne a fini riproduttivi;
ad assumere iniziative per prevedere il riconoscimento anagrafico nel nostro Paese, relativamente ai soli nati in quegli Stati dove esiste una legislazione che regolamenta la gestazione per altri/e;
a rilanciare, attraverso l’investimento di risorse economiche pubbliche, l’offerta di protezione pubblica a partire dalla rete dei consultori familiari per l’accompagna- mento di tutti i soggetti coinvolti, prima e durante la gestazione ed il parto, aggiornando le prestazioni e la qualità dei servizi a sostegno della soggettività delle donne e le nuove domande di genitorialità;
a tutelare i diritti della/del minore, in particolare con la trascrizione dei loro atti di nascita formali all’estero;
ad assumere iniziative per punire ogni forma di costrizione alla procrea- zione, anche in attuazione dei principi della Convenzione di Istanbul”.

Approvata anche la mozione a prima firma Ettore Rosato (Pd) che impegna il Governo:
“a fronte del divieto della maternità surrogata, previsto dalla legge n. 40 del 2004, ad avviare un confronto sulla base del paragrafo 115 della risoluzione del Parlamento europeo (2015/2229 (INI)) sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell’Unione europea in materia, approvata in assemblea plenaria il 17 dicembre 2015, di cui in premessa;
ad attivarsi nelle forme e nelle sedi opportune, per il pieno rispetto, da parte dei Paesi che ne sono firmatari, delle convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani e del bambino e a promuovere a livello nazionale e internazionale, iniziative che conducano al riconoscimento del diritto dei bambini alla identità personale e alla loro tutela, indipendentemente dalla modalità in cui sono venuti al mondo;
ad attivarsi per completare il recepimento della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”.

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