di Santo Della Volpe
-“E vorrei chiedere, ora a voi giovani che guardate al futuro, se avete voglia di battervi per l’aria pulita, perché non ci siano più morti nei cantieri e nelle fabbriche, perché non si muoia più,dopo anni di sacrifici,solo per aver respirato l’aria che aveva dentro la polvere, come si diceva qui,l’amianto. E… “
-“Si, io posso anche parlare ,ma poi voglio essere ascoltata”,dice una voce dal fondo della sala,una ragazza giovane, maglione bianco,senza microfono,quasi un grido. Silenzio improvviso:perché mi fermo, per alcuni lunghi secondi non so come continuare, ho capito. Tutti mi guardano: Boosta dei Subsonica,che mi siede a fianco e che più di tutti ha sentito vicino quel “sentimento d’interruzione”; la signora Biasotti,con il suo carico di anni e di tragedie per le morti da amianto in famiglia,si gira con il suo sguardo dolce, da nonna, verso la ragazza che mi ha interrotto, quasi a volerla abbracciare con gli occhi ; tutti i 200 compagni di scuola della ragazza, fissano dritti il tavolo dove il sindaco di Casale Monferrato,Paolo Mascarino,seduto vicino a Cesare Damiano, vorrebbe intervenire ma aspetta che sia io a dire qualcosa. Ed allora ,okey, “parla tu”, le dico,”io ho finito,ora sono io che ascolto”.
“Voglio solo dire che noi giovani possiamo pensare tante cose, ma poi quando ci alziamo per parlare, nessuno ci ascolta veramente. Si…voi sentite, ma io parlo,parlo,ma non ascoltate veramente, altrimenti qualcosa cambierebbe…a qualcosa servirebbe”. Parla d’un fiato,ed è una lezione.
Aspettavo da tempo questa tappa della” Carovana per il lavoro sicuro”: qui a Casale Monferrato dove l’amianto lavorato alla Eternit ha provocato 2056 vittime,non solo tra i lavoratori,ma anche tra gli abitanti della città che poco o nulla avevano a che fare con quella fabbrica. Qui dove la strage continua e dove gli epidemiologi aspettano il picco delle morti per aver respirato l’amianto entro i prossimi 20 anni. Qui dove giornalmente , gli amici o le persone al bar guardano con apprensione chi dice solo “non mi sento tanto bene”, immaginando che possa riferirsi non a un’influenza ma agli esami che danno quel terribile riscontro,il mesotelioma alla pleura. Qui dove,però, la procura di Torino è riuscita a chiudere una inchiesta giudiziaria portando al giudizio del GUP (il prossimo 6 aprile) i proprietari svizzeri dell’Eternit, i fratelli Schmidheiny.
Infatti l’Aula Magna dell’Università del Piemonte Orientale, è piena, con molte persone in piedi; i ragazzi del Liceo seguono con attenzione,alcuni,nei momenti clou del racconto di Antonio Boccuzzi sulla sua tragica esperienza alla Thyssenkrupp, si tolgono le cuffie dell’I Pod. E non mancano gli applausi quando Boosta,il tastierista dei Subsonica, racconta perché partecipa alla Carovana per il Lavoro Sicuro,lui musicista torinese, saltando anche qualcuno dei mille impegni che ha con il suo gruppo. E l’incontro degli studenti con il brano “il Sindaco” recitato da Ottavia Piccolo, sembra destare l’attenzione sulla mentalità che bisogna cambiare per non correre i rischi di infortuni ,in casa o nei luoghi di lavoro. Ma loro i ragazzi, sanno cos’è la morte lenta per amianto: molti di loro, hanno avuto parenti o conoscenti che sono già morti per il tumore causato da quella “polvere”. E quindi era questo incontro con le conseguenze di quel modo di lavorare alla Eternit che incuriosiva molto Cesare Damiano ed il sindaco di Casale Monferrato che avevano voluto l’incontro con i giovani della città. Ai ragazzi ,quasi a spronarli a dire come la pensavano, avevo chiesto se avevano voglia di impegnarsi per cambiare il modello di sviluppo che aveva portato,a Casale in modo evidente, tante persone a morire di lavoro e per la presenza inquinante di quella fabbrica. Se, come ha chiesto Boosta, hanno voglia di vivere prendendo in mano il proprio futuro e facendosi valere, per evitare quel che è accaduto a quel giovane studente del Politecnico di Torino che aveva inventato l’MP3 molto tempo prima che poi la Sony lo lanciasse sul mercato e la Apple facesse l’I Pod, senza però riuscire ad affermare la sua “invenzione” nell’industria del nostro paese.
Stimoli che hanno suscitato l’entusiasmo di uno studente: immigrato che, tra gli applausi dei compagni di scuola, ha voluto affermare la sua voglia di “combattere per avere più futuro”. E poi quel grido della ragazza che ha chiaramente fatto capire a tutti noi quanto bisogna saper ascoltare; ma anche che ,troppo impegnati a discutere e dibattere nelle nostre lunghezze d’onda “politico-informative”, rischiamo di non capire che i giovani oggi vogliono vedere che alle parole,alle loro richieste, seguano un ascolto attento e poi dei fatti. Per far capire che qualcosa cambia, qualcosa può cambiare se diamo loro fiducia e possibilità di creare; ed anche di sbagliare, se capita. A forza di pensare che la Tv ha rimbambito intere generazioni, finiamo per non dare spazio a chi vuole parlare e realizzare con lo studio ede il lavoro qualcosa di serio nella vita.
Un grido “politico” quello della ragazza di Casale: anche perchè quando abbiamo cominciato a parlare di futuro sostenibile, del programma di Barak Obama per uscire dalla crisi economica aiutando l’ambiente e inquinando di meno, quando dal passato tragico dell’amianto ,siamo passati al lavoro possibile senza morire in fabbrica , alla tecnica ed alla scienza che possono abbattere l’inquinamento ed i cambiamenti climatici (ad esempio con l’auto ad idrogeno), anche a costo di auto meno veloci, di meno nottate post-discoteca a correre con le Golf lanciate sulle strade, l’interesse della platea ha toccato il suo massimo punto di ascolto e partecipazione. Dialogo, domande e risposte,sino alle conclusioni di Cesare Damiano che ha carpito l’attenzione quando ha detto che loro saranno in realtà i protagonisti della battaglia per togliere gli infortuni mortali dalle statistiche del mondo del lavoro. Loro che andranno in fabbrica o in uffici, a guidare o eseguire i lavori dei prossimi decenni. Un carico di responsabilità che non hanno negato,anzi. Si tratta quindi di coltivare questo interesse, di ascoltare e far vedere che è possibile migliorare la qualità della vita con scelte politiche: ed anche con le opere da realizzare,ad esempio la bonifica dall’amianto che l’amministrazione comunale di Casale Monferrato ha fatto in questi ultimi 8 anni di amministrazione con il sindaco Mascarino.
Un appuntamento della Carovana molto utile allora quello di Casale Monferrato: anche quando al pomeriggio,nella sala comunale, la discussione rivolta ad operatori del sindacato, cittadini e persone interessate,ha avuto meno partecipazione: di fronte alla mobilitazione dell’Associazione dei Familiari vittime dell’Amianto e dei sindacati confederali (ed UGL) locali, spiccava l’assenza dei delegati delle fabbriche e delle organizzazioni sindacali a livello provinciale,in una zona, l’alessandrino, dove l’industrializzazione e la deindustrializzazione sta facendo emergere molti problemi legati all’infortunistica ed alle malattie professionali. Un vero peccato quell’assenza polemica che ha messo in luce lo stridore tra la mattinata con i giovani e le loro richieste, e le piccole questioni di ruolo che hanno determinato i vuoti pomeridiani. Per fortuna ci hanno pensato gli esponenti delle organizzazioni sindacali della zona a far capire come è difficile in molte realtà la battaglia per un lavoro sicuro e ambientalmente sostenibile,in un periodo di crisi,dove la tendenza appare quella di tagliare innanzitutto sulla sicurezza. Eppure la legge 81 aveva previsto anche questo, con il sostegno economico deciso per le aziende che vogliono mettersi in regola con la prevenzione: con i soldi già contemplati nella legge per i corsi di aggiornamento per lavoratori e di informazione sull’antinfortunistica nelle scuole. Tutti stanziamenti tolti o rimandati dal governo, recentemente.
La battaglia quindi per informare correttamente e per la difesa della legge 81 è più che mai aperta: per questo e di fronte alle domande dei giovani, ancor maggiore deve essere l’impegno sindacale,politico e della società civile. La Carovana per il lavoro sicuro, con Articolo21, continuerà a lavorare in questo senso: ed a girare per le città e nelle scuole. Ci sarà bisogno di ancor maggior incontro con le realtà locali e nazionali, di maggiore informazione in giornali e tv. Riportando un detto sindacal-piemontese di un mitico segretario della Camera del Lavoro di 40 anni fa a Torino, “La dove c’è il lavoro o si parla di lavoro,il sindacato ci deve essere,sempre”.
Ed anche ,diciamo noi oggi, l’informazione corretta e precisa.
articolo tratto dal sito di Articolo 21