Oggi il pensiero di tutti corre inevitabilmente a quanto accadde esattamente 38 anni fa in questa stessa giornata a via Fani.
Il rapimento di Aldo Moro e la morte degli agenti di scorta Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino, in quel 16 marzo 1978, rappresentano un momento che si pone come spartiacque, anche emotivo, tra un prima, un dopo e le relative conseguenze, nella storia del nostro Paese.
Dopo così tanti anni non siamo ancora riusciti a consegnare quei tragici fatti ad una piena dimensione storica condivisa ed anzi, intorno a quegli eventi, piuttosto che ricercare una piena chiusura del periodo del terrorismo, si sono a più riprese sollevate cortine fumogene spesso smentite, ma parte integrante di una vulgata ampiamente diffusa. Questo non è un bene né per la memoria del Paese e nemmeno per il rispetto di quella delle vittime.
Esiste una discrasia tra i fatti accertati e la narrazione di questi. Di questo strabismo non è esente nemmeno la relazione intermedia trasmessa al Parlamento dalla Commissione d’Inchiesta. La Commissione ha invece un’occasione imperdibile, perché l’ultima, nel consegnare al Paese certezze rispetto al rapimento e alla morte di Aldo Moro, contribuendo alla crescita culturale, storica e politica del nostro Paese.