Intervista a 360 ° a Fabio Lavagno

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Di Ettore Grassano

E’ partito “in quarta”, e nelle sue prime settimane di attività parlamentare nelle file di Sinistra, Ecologia, Libertà ha già presentato un’interrogazione sul rischio di contaminazione da scorie  radioattive a Saluggia, e si occupa da sempre di questioni ambientali, con particolare riferimento all’emergenza amianto della sua città, Casale Monferrato.

Al contempo fa parte della task force di parlamentari della provincia impegnati in prima linea nel tentativo di trovare una soluzione al “caso Alessandria”: in queste ore è di nuovo in città, come già lunedì scorso, per incontri con il sindaco Rossa e con i sindacati, e come membro della Commissione Finanze della Camera dei Deputati sicuramente potrà (con la collega del Pd Cristina Bargero, anch’essa casalese) cercare di indirizzare la politica romana verso una soluzione non solo efficace e strutturale, ma anche molto rapida, “perché la variabile tempo in questo caso è davvero essenziale, se non vogliamo ritrovarci a dire che la cura era appropriata, ma il paziente è morto”.

Onorevole Lavagno, un casalese al capezzale di Alessandria: partiamo da qui?
(sorride divertito, ndr) Due casalesi, perché c’è anche Cristina Bargero del Pd: lasci perdere comunque, che già dalle mie parti hanno cominciato a sfottermi, mi tocca un battesimo parlamentare di fuoco! Scherzo naturalmente: la questione è davvero seria, e qui la rivalità di campanile non c’entra nulla. Anzi, la prima impressione è che sia partiti con un bel lavoro di squadra, con un obiettivo condiviso, e credo raggiungibile. Che è quello di salvare l’ente e le sue partecipate, avviando un processo di risanamento strutturale che non passi sulla pelle dei lavoratori. Insomma, si tratta di avviare, con estrema rapidità, un percorso in cui Alessandria potrà fare anche un po’ da “caso pilota”, considerato che non poche altre amministrazioni comunali si trovano in condizioni simili.

Sarà possibile riuscirci senza licenziare nessuno?
Non ho naturalmente una conoscenza di dettaglio della situazione dell’ente, e delle partecipate, ma credo che si debba davvero fare tutto il possibile, e anche di più, per riuscire a salvare tutti i posti di lavoro. Anche perché la crisi economica e occupazionale che ha colpito il territorio provinciale è sotto gli occhi di tutti, nella sua drammaticità: non è davvero il caso di esasperare ulteriormente la situazione. E oltretutto licenziare i lavoratori, sia nel pubblico che nel privato, non è mai la soluzione efficace per risolvere problemi complessi.

Eppure chi lavora per un salario oggi fa i conti con una precarietà sempre maggiore: è anche per la mancanza di un soggetto politico “forte” a sinistra del Pd? Dalle vostre parti cosa succederà?
Sel è arrivata in parlamento dopo anni di attività sul territorio, grazie all’impegno straordinario di tanti militanti, su base volontaria. Ed  è indubbio che, se stai fuori dal Palazzo, conti meno, mentre da dentro puoi cercare di incidere in maniera diversa.

Personalmente, peraltro, non ho mai avuto una vocazione “estremista”, o di oppositore ad oltranza, ma assolutamente di governo, nel senso che credo si debba correre per vincere, e non per perdere. E che si debba poi cercare di far parte dei processi decisionali, e di indirizzarli. Non credo che sia però alle porte la nascita di un nuovo soggetto politico: piuttosto serve un nuovo percorso…

Cosa significa?
Lo scenario che si è determinato in Italia, con il governo Letta sostenuto da Pd e Pdl, non è quello di una nuova Dc al potere, ma semmai un clima alla De Gaulle. Non so quanto durerà il governo Letta, ma è certo che il timer ce l’ha in mano Berlusconi, che rischia di essere decisivo riguardo a tutte le scelte più importanti. Con che risultato? Che temi come ammortizzatori, esodati, servizi sociali rischiano di passare in secondo piano, rispetto a questioni come l’Imu. Che certamente è stata vissuta dagli italiani come una sorta di piccola patrimoniale, ma di fatto eliminarla, senza pensare ad altre forme di finanziamento per gli enti locali, significa abbandonare i comuni al loro destino, generando il caos…

Anche sul futuro delle Province si attendono indicazioni certe: cosa succederà?
La riforma delle province, negli ultimi due anni, è stata gestita malissimo, e ha generato solo confusione. Ci fu chi (l’Idv) promosse un referendum per eliminarle, poi Monti disse che le avrebbe cancellate, ma ci ripensò, optando per la loro riorganizzazione, ma posticipata. Ora il premier Letta dice: le aboliamo. Ma devono seguire indicazioni chiare su cosa significa: a chi passano le competenze, e le funzioni? Con che risorse, e che fine fanno i lavoratori? Tutto mi pare ancora davvero troppo indeterminato.

Terzo valico: grande occasione di sviluppo, o un business per i soliti noti?

Non condivido la visione novecentesca secondo la quale lo sviluppo deve passare per forza attraverso le grandi opere. Sia chiaro: la guerra di religione fra Sì Tav e No Tav non mi interessa, e neanche aderisco alla visione, pur diffusa, secondo cui dietro ogni grande appalto si nasconde una “mangerìa”. Per questo esistono i tribunali, nel caso. Semplicemente credo che, con le risorse destinate ad opere come il Terzo Valico, la Tav  o il ponte di Messina si potrebbero arrivare migliaia di piccoli progetti legati al recupero e alla valorizzazione dei territori, a partire da strade ed edifici scolastici. Credo che, se si ascoltasse su questo tema il punto di vista della popolazione, dubbi che ne sarebbero pochi.

Lavagno, l’anno prossimo si voterà in diversi centri zona della provincia. Nella sua città, Casale Monferrato, il centro sinistra ha buone chance di riconquistare il comune, o è dura?
Dipenderà da quanto si saprà costruire un progetto comune, e un’alleanza di centro sinistra in termini ampi. Casale ha una storia particolare, di buona amministrazione del centro sinistra, e poi di forti spaccature che portarono alla vittoria del centro destra, nel 2009.

Devo dire che l’attuale giunta di centro destra ha ereditato un ente in buona salute, e non ha generato grandi danni: semplicemente non ha fatto praticamente nulla. Il che, nel lungo periodo, genera comunque effetti negativi. Vedremo quale alternativa sapremo proporre.

Lei è anche segretario regionale di Sel: la giunta Cota completerà il suo mandato, in scadenza nel 2015?

Le condizioni della Regione Piemonte sono pessime, e l’attuale maggioranza, lacerata e più volte oggetto di rimpasti, regge solo grazie all’istinto di autoconservazione. Si sta pagando salato il conto per una serie di scelte sbagliate. Cota è stato prima silente e vassallo quando Berlusconi era presidente del Consiglio, poi si è “avvitato” nel periodo del governo Monti. E, per fare qualche esempio eclatante, prima si sono inventati le Federazioni sanitarie, e ora intendono scardinarle. Oppure: fanno il piagnisteo sui tagli, e per far sopravvivere il trasporto locale elemosinano lo sblocco dei fondi Fas. Navigano a vista insomma, senza un vero progetto.

Lei è parlamentare da poco più di due mesi. Che impressione si è fatto della politica romana?
Mi pare che sia alla Camera che al Senato, soprattutto grazie al centro sinistra e al Movimento 5 Stelle, ci sia stato un notevole ricambio, e ringiovanimento. Questo non è, di per sé, un valore, ma si percepisce un clima di grande responsabilità, e al tempo stesso una grande informalità. Mi pare che ci siano tutti i presupposti perché il Parlamento, dopo un periodo davvero inglorioso, torni a ricoprire la centralità che gli spetta, e ad assumersi serie responsabilità di fronte al Paese.

E dei 5 Stelle cosa pensa?
Votandoli una parte dell’elettorato ha espresso la propria esigenza di radicalità, di cambiamento rispetto ad un ceto politico descritto in maniera semplificata con lo slogan “sono tutti uguali”. Ora però gli esponenti del Movimento di Grillo devono passare dai proclami ai fatti, e in certi passaggi mi pare che si stiano rifugiando nel politichese, diventando essi stessi espressione di quel politicismo che a parole dicono di voler combattere. Naturalmente verificheremo sul campo che succederà, siamo solo all’inizio del percorso.

Fonte  : http://mag.corriereal.info

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