Il piano amianto, presentato a Casale Monferrato questa mattina, ha il pregio di riportare la problematica della bonifica e l’indirizzo della ricerca come tematica nazionale.
Si tratta di materie che vanno affrontate in modo sistematico e ci pare che questo sia la modalità scelta.
Questo non può che essere un punto di partenza e  in nessun modo va considerato esaustivo.
Quella che troppo spesso è stata considerata una vicenda locale  legata ai fatti tragici dei siti di produzione di manufatti in amianto deve assumere una valenza realmente nazionale e non solo.
Casale attraverso la vicenda Eternit gli anni delle lotte, i fatti processuali, le bonifiche è diventata un paradigma  sulle vicende che riguardano il rapporto tra ambiente e sviluppo, tra lavoro e salute.

Se oggi l’Italia può essere degnamente considerata sul piano internazionale come uno dei punti di riferimento della lotta all’amianto è altrettanto vero che ancora molto resta da fare, a partire dall’individuazione di risorse certe e non a carattere eccezionale e dall’uscita dal Patto di stabilità degli Enti locali degli interventi di bonifica.
Occorre passare dalla messa al bando dell’utilizzo dell’amianto ad una bonifica complessiva dei tanti siti privati e pubblici che ancora sono presenti su tutto il territorio nazionale. Su questi aspetti si sta concentrando la mia attività legislativa perché sia fornito uno strumento normativo che risponda a tali finalità attraverso l’individuazione di risorse certe.