Cassa integrazione per due anni equamente ripartita fra i dipendenti, produzione di un unico modello (la Punto) e integrazione attraverso Jeep, fino ad arrivare alla produzione dei due, ormai famosi e indispensabili SUV. Queste le condizioni che Marchionne pone, direttamente dall’America, allo stabilimento Fiat di Melfi.
Ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento e i tempi per la realizzazione del nuovo progetto.
La notizia appare un allarmante ripetersi di storie già vissute: quello che serve è la massima trasparenza nella gestione della cassa integrazione per poter garantire un’equa distribuzione delle ore di lavoro a tutti i dipendenti per impedire, come avvenuto a Pomigliano, discriminazioni e perdite salariali a danno dei lavoratori.
È giusto che si chiedano serietà e impegno e non promesse di cartone, strappate all’indomani della visita di Monti che, tra una promessa e un applauso, ha scordato di chiedere a Marchionne un accordo concreto e strutturato sulle sorti della Fiat.