Uno nuovo trasporto di scorie è avvenuto nella totale disattenzione di alcune normative dal deposito di Saluggia (VC). Il trasporto di 10 lamine di combustibile nucleare irraggiato e’ avvenuto nella notte dal deposito Avogadro di Saluggia (Vercelli) al Porto di Trieste.
Viene dichiarato – in una nota della Prefettura di Verceli – che tutto è avvenuto regolarmente. In realtà come al solito il tutto è avvenuto senza informare i cittadini, così come è previsto dalla normativa.
Abbiamo più volte denunciato la scorrettezza di questa modalità, che non ottempera ai principi della Legge sia nazionale che regionale, che su queste materie, prevede invece la massima informazione e partecipazione dei cittadini, che regolarmente vengono lasciati allo scuro di tutto.
L’enorme quantità di scorie presenti in Piemonte, che ospita non meno dell’80% del totale delle scorie prodotte in Italia, impone che su queste materie non si abbassi minimamente il livello di attenzione.
“…gli impianti nucleari sono stati disattivati decenni fa…”
Certamente: e questo vuol dire poco per quanto riguarda il decommissioning. Dato che esso stesso dura decenni, e non certo qualche anno. Per rendere la cosa più chiara consiglio di leggere l’articolo del link qui sotto:
http://www.archivionucleare.com/index.php/2007/05/09/sogin-areva-contratto-riprocessamento-combustibile/
Nella pratica, dopo quasi vent’anni di oblio, l’Italia si è decisa ad affidare la inertizzazione del combustibile esausto ai francesi. E ribadisco che siamo ancora lontani dal concludere le operazioni: ci manca sempre il deposito….
Fausto, comprendo il tuo punto di vista ma ti ribadisco il mio: stiamo parlando di un mero trasporto di materiale, non di qualche strana operazione che giustifichi un’informazione a tappeto alla popolazione.
Mi rendo conto che solo al sentire la parola “nucleare” a tanti vengono i capelli dritti, e il pensiero corre subito al pesce con tre occhi dei Simpson… il suggerimento che mi sento umilmente di dare è di provare a mantenere calma e sangue freddo e a guardare le cose per quel che sono, non per quel che evocano.
Mi permetto anche io un suggerimento: proviamo a domandare ad una compagnia di assicurazioni se è disposta a fornire una copertura assicurativa per questi trasporti. La risposta sarà davvero illuminante. Ed è una risposta che va presa con freddezza e serietà, senza dubbio.
Quale legge prevede l’obbligo di informare i cittadini prima di effettuare un trasporto? Soprattutto, in che modo i cittadini ci si aspetta che partecipino: devono spartirsi il materiale radioattivo e portarlo un po’ per uno?
Davide, lieto di poter brevemente rispondere al tuo quesito.
Solo per stare in ambito piemontese esiste una legge regionale Legge regionale n. 5 del 18 febbraio 2010 “Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti”
Per quanto riguarda l’informazione ai cittadini il comma 8 dell’art.4 di questa legge riporta:
“Il sistema informativo regionale sulle radiazioni ionizzanti garantisce l’informazione alla popolazione sullo stato, le attività di messa in sicurezza e i processi di disattivazione degli impianti nucleari, sull’impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti e sulla radioattività di origine naturale.”
Lo stesso articolo agli altri commi riporta varie modalità di informazione e partecipazione relativi alla materia
Per quanto riguarda le spedizioni è dedicato l’intero art.6 (Spedizioni, importazioni ed esportazioni di rifiuti radioattivi)
1.La prefettura e l’ASL competenti per territorio in relazione alla località di svolgimento della pratica assicurano gli adempimenti di cui all’articolo 32, commi 1, 2 lettera a) e 3 del d.lgs. 230/1995, con riguardo alle attività soggette ai provvedimenti autorizzativi di cui agli articoli 29 e 30 del d.lgs. 230/95, per gli ambiti di rispettiva competenza.
2.Ai fini di cui al comma 1, la prefettura e l’ASL si possono avvalere dell’organismo tecnico-consultivo di cui all’articolo 5, comma 5.
3.La Regione assicura gli adempimenti di cui all’articolo 32, comma 2, lettere a) e b) del d.lgs. 230/1995.
Grazie Fabio! Scusa, non mi ero accorto della risposta
Leggendola, però, non sono sicuro che il riferimento sia pertinente: non so naturalmente dire a che scopo sia stato effettuato il trasporto che segnali, oso però sperare che non si tratti né di attività di messa in sicurezza (il deposito di Saluggia penso sia già in sicurezza), nè di processi di disattivazione degli impianti nucleari (gli impianti nucleari sono stati disattivati decenni fa), né tantomeno di impiego di sorgenti (le sorgenti sono state trasportate, non impiegate)…
Gli Usa. Più lontano non si poteva? Alla faccia del contenimento del rischio.
La strada è lunga e peraltro pare che sia stata scelto un trapsorto su gomma piuttosto che su ferrovia (tanto per rendere più sicura la cosa!). La destinazione finale sono gli Stati Uniti.
Ma verso il porto di Trieste la strada è lunga: da lì verso quale destinazione li avrebbero imbarcati?