“Una legge che costringe la nostra Regione a passare da una posizione di avanguardia in ambito nazionale ad una dimensione assai più modesta nella gestione delle aree protette.- Commentano Fabio Lavagno Coordinatore Regionale e Vanda Bonardo Responsabile ambiente di SEL Piemonte – relativamente all’approvazione della nuova legge sui parchi. -“Piuttosto che una scelta di gestione innovativa e moderna delle aree protette, la legge è la chiara espressione di un progressivo disinteresse verso il patrimonio ambientale “.
La scelta di collocare le zone di salvaguardia al di fuori della rete delle aree protette determinerà in molti casi ( parco del Po ad esempio) conseguenze gravi, con il danneggiamento di un sistema di gestione che ha dimostrato di funzionare in questi anni. Si tratta di una riduzione di diverse decine di migliaia di ettari protetti in Piemonte, in assoluta controtendenza rispetto alle politiche che al riguardo si perseguono da anni in tutta Europa e nel mondo. Politiche di estensione del sistema delle aree protette come necessità, da un lato, per far fronte, insieme a tante altre scelte, ai drammatici problemi ambientali che affliggono il nostro pianeta, ma anche, dall’altro, per porre le basi di uno sviluppo economico orientato verso la sostenibilità ambientale (la cosiddetta green economy) .
“Allo stesso modo è da bocciare la ridefinizione dei componenti dei Consiglio dei Parchi, scelta che va nella direzione, da un lato, di impoverire il livello, già limitato, della rappresentatività del territorio, dall’altro, di sacrificare la presenza delle necessarie competenze utili alla buona gestione di realtà complesse quali sono le aree protette. In particolare riteniamo assai grave l’esclusione delle Associazioni Ambientaliste.- affermano Lavagno e Bonardo- Tale presenza è peraltro espressamente prevista dalla legge nazionale 394 del 1991. Infatti con essa si prevede che nel Consiglio direttivo di ogni Ente parco nazionale siano nominate …”persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura”… Altrettanto sbagliato cancellare la rappresentanza delle associazioni agricole, quali soggetti in grado di garantire un serio e continuativo presidio del territorio. Difficilmente comprensibile anche le decisioni prese nei confronti dei Sacri Mont, la cui gestione risulterà dispersiva, slegata dai contesti territoriali e priva delle necessarie valorizzazioni che richiederebbe un patrimonio tutelato dall’UESCO ”
Una netta condanna da parte di SEL anche per quel che concerne la gestione forestale e faunistica per non parlare del piano d’Area e della modifica dei confini delle aree protette un tempo prerogativa del Consiglio regionale ed ora ridotte ad un formale atto di delibera di Giunta.