IL COORDINAMENTO REGIONALE DI SEL ESPRIME CONTRARIETA’ ALL’ODG-PEDRALE SUI FIUMI DRAGABILI PER FINANZIARE LA “PULIZIA “ DEI TORRENTI
“ E’ proprio vero che dalle catastrofi non sappiamo mai imparare nulla e ancor meno da tutte le conoscenze ad oggi acquisite in campo tecnico-scientifico” così esordiscono Fabio Lavagno coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà e Vanda Bonardo responsabile ambiente segreteria regionale Sinistra Ecologia e Libertà in seguito alla notizia dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Pedrale e approvato in Consiglio Regionale relativamente alla possibilità di rendere i fiumi dragabili per finanziare la “pulizia” dei torrenti.
Al di là del termine “pulizia”, poco idoneo per affrontare seriamente questioni di idraulica e geomorfologia correlate a fenomeni alluvionali, va ricordato che proprio per effetto delle enormi escavazioni di inerti degli alvei (legali e abusive),degli anni passati oltre che delle regimazioni, l’equilibrio del fiume Po e di tutti i suoi affluenti si è drammaticamente rotto, a cominciare dagli anni sessanta. Tutto ciò, com’è noto, ha contribuito ad aumentare la portata dei corsi d’acqua e quindi gli effetti delle alluvioni soprattutto nei territori situati più a valle.
“La grande quantità di studi pubblicati in questi anni dall’Autorità di bacino del Po e dall’AIPO ci ha permesso di capire che nei nostri corsi d’acqua, al di là di situazioni puntuali dove sono possibili ridotti rimodellamenti, non esiste una sola situazione di “sovralluvionamento” che suggerisca una congrua asportazione di inerti.-proseguono i dirigenti di SEL-L’impressione visiva degli “affioramenti” di isolotti è dovuta allo sprofondamento dell’alveo di magra: non è la ghiaia che si è alzata, ma il fiume che si è abbassato!”
L’escavazione o l’erosione degli alvei è causa di aumento delle piene e quindi di alluvione. Se il fiume scorre incassato nell’alveo di magra non può uscire, per laminare, espandersi e ridurre la velocità, che in golena è tre o quattro volte più bassa di quella nel letto del fiume.
Asportando ghiaia dall’alveo non si fa altro che approfondire l’alveo stesso, incidendo sul raggio idraulico e quindi sulla portata che aumenta. In tal modo viene aumentata anche la pendenza locale con conseguente rischio di erosione e quindi instabilità per i ponti e i sostegni spondali. Inoltre c’è un richiamo di inerti a monte, con aumento del rischio di frane delle sponde .
“Considerati tutti i rischi che si corrono in conseguenza di assurde asportazioni di ghiaia, ricordando che l’obiettivo principale di noi tutti, in particolare delle istituzioni, deve essere volto alla salvaguardia del patrimonio naturale, culturale e abitativo ma soprattutto delle popolazioni , non possiamo che esprimere il più profondo e convinto dissenso nei confronti di un simile ordine del giorno. Auspichiamo quindi che ci sia un rapido ripensamento, anche in considerazione delle normative vigenti che, recependo le indicazioni europee, si pongono in netto contrasto con quanto sostenuto dal consigliere Pedrale e dalla sua maggioranza.”concludono Lavagno e Bonardo.