Sarebbe opportuno che sulla parabola berlusconiana calasse il sipario. Un sipario che restituisca sobrietà alla politica italiana in modo che la rappresentazione della politica non sia spogliata dal suo valore di rappresentanza.

Non stupisce che in una politica, ridotta a mercato delle forme più che delle sostanze, in cui sembra esservi una falce che mozza la testa a chiunque osi alzarla oltre il livello di mediocrità, non si levi un appello, proprio a partire dalla maggioranza, per reagire all’attacco spropositato che il Presidente del Consiglio ha rivolto ai magistrati, ed al suo comportamento che getta discredito all’intero Paese.

In Italia vi è una forte necessità di dignità, che oggi è violata e spesso negata. I recenti dati Istat,  parlano di dati allarmanti per quanto riguarda vari indicatori, primi fra tutti occupazione femminile e giovanile. Sono proprio giovani e donne le categorie più assetate dignità, portando il peso maggiore di una crisi economica che non risparmia alcun settore e a cui il Governo non ha risposta con alcuna seria politica, anzi lasciando a lungo impresidiato il Ministero per le Attività Produttive

Mentre il Sud America elegge Presidenti donna, nel nostro Paese la volgarità del potere sul corpo femminile sembra non avere limiti.

Alla generazione di giovani già consegnata ad una costante precarietà lavorativa rischiamo se ne aggiunga un’altra a cui, con i recenti tagli ad istruzione e ricerca, verrà negato il pieno diritto allo studio.

Se a queste ragioni, aggiungiamo il discredito internazionale per la recente indagine per prostituzione minorile, dei cui particolari avremmo fatto volentieri a meno, riteniamo che le dimissioni del Presidente del Consiglio siano l’unico atto rispettoso nei confronti delle Istituzioni, degli italiani e della sua stessa persona.

Siamo infatti di fronte ad un fallimento, politico, morale e personale di enormi proporzioni; a fronte del quale il ricorso ad elezioni anticipate sarebbe auspicabile.