Nei giorni scorsi una lettera aperta a Claudio Fava, Fabio Mussi ed alla comunità di Sinistra Democratica, da parte di Massimo Mezzetti ha aperto un dibattito all’interno di SD a cui participano con alcune riflessioni anche Fabio Lavagno e Marco Novello.
SCELTE CHIARE, SCELTE COMUNI
Ci sono momenti nella vita delle persone, così come delle organizzazioni, in cui è necessario compiere delle operazioni di verità, forse dolorose, ma giuste e necessarie.
Sinistra Democratica è una comunità che si è costituita con entusiasmo più di due anni fa assumendo su di sé ruolo e funzione ambiziosi: agire come catalizzatore per la costruzione del nuovo Partito della Sinistra Italiana.
Per perseguire tale scopo ha impegnato di sé tutto: energie, risorse economiche, intellettuali ed organizzative. I risultati, ad oggi, rischiano di essere pericolosamente deludenti.
Non solo, abbiamo visto tramontare l’“Arcobaleno” prima e oggi vediamo la grave difficoltà di Sinistra e Libertà, ma impegnati in questi generosi tentativi abbiamo, via via, trascurato la nostra organizzazione, i nostri sostenitori e la nostra agibilità politica; fin dal momento in cui abbiamo rinunciato ad un nostro tesseramento.
Troppo spesso alla scarsa chiarezza del nostro percorso, molte compagne e compagni hanno risposto con diverse scelte di carattere individuale oppure hanno preferito abbandonare del tutto.
Spesso abbiamo confuso i nostri desiderata con quella che era la realtà. Nella generosa costruzione di tutte le esperienze di questi anni, ed in particolare di Sinistra e Libertà, abbiamo sostituito i fatti con le nostre aspettative. Abbiamo pensato che sarebbe stato possibile guardare più avanti degli altri nostri compagni di strada, senza tenere conto delle loro differenti prospettive.
E’ stato un grave errore non riuscire ad intuire che Sinistra e Libertà avrebbe potuto avere una fase transitoria di carattere federativo. Ignorare che per alcuni questo era evidente e manifesto, pretendendo invece di rifiutare aprioristicamente questa prospettiva, ha peggiorato la situazione, portando alla perdita dei Verdi prima e alle difficoltà con i Socialisti in questi giorni.
A Sinistra e Libertà è mancata una discussione politica di temi, di contenuti sui quali sarebbe stato più appassionante confrontarsi ed eventualmente rompere, che non su date, denominazioni o criteri di nomina. Tutto invece è stato ridotto a discussioni verticistiche a cui ha fatto da sponda un più giustificato spontaneismo di base, imbrigliato, però in un assemblearismo che non è servito ad allargare la partecipazione, né ad approfondire le tematiche; ma utilizzato per avallare organigrammi.
Ci troviamo ora di fronte al bivio evocato da Massimo Mezzetti, la scelta che prenderemo collettivamente rispetto al futuro di Sinistra Democratica non sarà indifferente alla vocazione che potrà assumere una nuova Sinistra in Italia.
Per quanto ci riguarda, rifiutiamo la prospettiva che si possa approdare ad un partitino massimalista e minoritario in cui prevalgano le pretese di ruolo anziché gli esercizi di questo, prescindendo dai numeri, dalle capacità e dalle complessità.
A questa prospettiva preferiamo valorizzare il lavoro lungo e faticoso svolto nei mesi in cui Sinistra Democratica sui territori ha aggregato intorno alle Associazioni per la Sinistra, alle tante e differenti liste per le amministrative, nuove energie e nuove potenzialità che rischiano, ora, di rimanere voci isolate e senza una prospettiva politica. Per questo affermiamo che è necessario rilanciare il progetto di Sinistra Democratica, non tanto andando a rincorrere quello che non c’è più, quanto a riaffermare i principi che ne hanno ispirato la sua nascita.
Occorre uscire dalle ambiguità, affrontando i problemi a viso aperto, offrendo chiarezza ai militanti e non mortificandone le ambizioni rimandando, di volta in volta le decisioni.
Siamo convinti che per la Sinistra ci sia uno spazio politico autonomo ed è necessario che questo sia affermato attraverso una riconoscibilità elettorale, che non può prescindere dalle scadenze del prossimo marzo.
Le comunità sono tali se sanno basarsi su scelte di carattere collettivo e non individuale, questo abbiamo fatto all’atto della nostra nascita, questo siamo chiamati a fare oggi.
Fabio Lavagno – Coordinatore SD Piemonte
Marco Novello – Direzione Nazionale SD
SCELTE CHIARE, SCELTE COMUNI
Ci sono momenti nella vita delle persone, così come delle organizzazioni, in cui è necessario compiere delle operazioni di verità, forse dolorose, ma giuste e necessarie.
Sinistra Democratica è una comunità che si è costituita con entusiasmo più di due anni fa assumendo su di sé ruolo e funzione ambiziosi: agire come catalizzatore per la costruzione del nuovo Partito della Sinistra Italiana.
Per perseguire tale scopo ha impegnato di sé tutto: energie, risorse economiche, intellettuali ed organizzative. I risultati, ad oggi, rischiano di essere pericolosamente deludenti.
Non solo, abbiamo visto tramontare l’“Arcobaleno” prima e oggi vediamo la grave difficoltà di Sinistra e Libertà, ma impegnati in questi generosi tentativi abbiamo, via via, trascurato la nostra organizzazione, i nostri sostenitori e la nostra agibilità politica; fin dal momento in cui abbiamo rinunciato ad un nostro tesseramento.
Troppo spesso alla scarsa chiarezza del nostro percorso, molte compagne e compagni hanno risposto con diverse scelte di carattere individuale oppure hanno preferito abbandonare del tutto.
Spesso abbiamo confuso i nostri desiderata con quella che era la realtà. Nella generosa costruzione di tutte le esperienze di questi anni, ed in particolare di Sinistra e Libertà, abbiamo sostituito i fatti con le nostre aspettative. Abbiamo pensato che sarebbe stato possibile guardare più avanti degli altri nostri compagni di strada, senza tenere conto delle loro differenti prospettive.
E’ stato un grave errore non riuscire ad intuire che Sinistra e Libertà avrebbe potuto avere una fase transitoria di carattere federativo. Ignorare che per alcuni questo era evidente e manifesto, pretendendo invece di rifiutare aprioristicamente questa prospettiva, ha peggiorato la situazione, portando alla perdita dei Verdi prima e alle difficoltà con i Socialisti in questi giorni.
A Sinistra e Libertà è mancata una discussione politica di temi, di contenuti sui quali sarebbe stato più appassionante confrontarsi ed eventualmente rompere, che non su date, denominazioni o criteri di nomina. Tutto invece è stato ridotto a discussioni verticistiche a cui ha fatto da sponda un più giustificato spontaneismo di base, imbrigliato, però in un assemblearismo che non è servito ad allargare la partecipazione, né ad approfondire le tematiche; ma utilizzato per avallare organigrammi.
Ci troviamo ora di fronte al bivio evocato da Massimo Mezzetti, la scelta che prenderemo collettivamente rispetto al futuro di Sinistra Democratica non sarà indifferente alla vocazione che potrà assumere una nuova Sinistra in Italia.
Per quanto ci riguarda, rifiutiamo la prospettiva che si possa approdare ad un partitino massimalista e minoritario in cui prevalgano le pretese di ruolo anziché gli esercizi di questo, prescindendo dai numeri, dalle capacità e dalle complessità.
A questa prospettiva preferiamo valorizzare il lavoro lungo e faticoso svolto nei mesi in cui Sinistra Democratica sui territori ha aggregato intorno alle Associazioni per la Sinistra, alle tante e differenti liste per le amministrative, nuove energie e nuove potenzialità che rischiano, ora, di rimanere voci isolate e senza una prospettiva politica. Per questo affermiamo che è necessario rilanciare il progetto di Sinistra Democratica, non tanto andando a rincorrere quello che non c’è più, quanto a riaffermare i principi che ne hanno ispirato la sua nascita.
Occorre uscire dalle ambiguità, affrontando i problemi a viso aperto, offrendo chiarezza ai militanti e non mortificandone le ambizioni rimandando, di volta in volta le decisioni.
Siamo convinti che per la Sinistra ci sia uno spazio politico autonomo ed è necessario che questo sia affermato attraverso una riconoscibilità elettorale, che non può prescindere dalle scadenze del prossimo marzo.
Le comunità sono tali se sanno basarsi su scelte di carattere collettivo e non individuale, questo abbiamo fatto all’atto della nostra nascita, questo siamo chiamati a fare oggi.
Fabio Lavagno – Coordinatore SD Piemonte
Marco Novello – Direzione Nazionale SD