Comunicato Stampa di Sinistra Casalese sul dibattitto re-istituzione ASL
L’articolo 32 della nostra Costituzione definisce “la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Ne consegue che le istituzioni della repubblica sono obbligate, a tutti i livelli, a rendere pienamente operante questo principio fondamentale così come i cittadini e le loro organizzazioni democratiche devono sempre vigilaresulla sua concreta attuazione.
E’ pensiero abbastanza diffuso che la tutela della salute si risolva sostanzialmente negli atti medici e nelle strutture sanitarie che li rendono disponibili (e per lo più si pensa all’Ospedale) e che la partita si giochi quasi tutta su questo campo. Certo un ospedale di qualità è elemento fondamentale e imprescindibile, tuttavia non è sufficiente. La tutela della salute, infatti, si articola in interventi non solo di diagnosi, cura e riabilitazione ma anche, e in maniera non meno importante, di prevenzione primaria; questi ultimi hanno come orizzonte il territorio (salubrità dell’ambiente, dei luoghi di lavoro, di abitazione, di studio, di gioco…). Pertanto risulta parziale ridurre la tutela della salute a questione tecnica da delegare quasi esclusivamente a medici e ospedali, ad amministratori e amministrativi. In più la tutela della salute ha bisogno di essere socialmente gestita e, in quanto bene comune e non disponibile, lo deve essere con i criteri democratici della rappresentanza e della partecipazione reale e diretta dei cittadini. Quella sanitaria, inoltre, è una politica di tipo territoriale, che non può basarsi su singole proposte limitate, non preoccupandosi di avere efficacia su un bacino più ampio. E’ per questo che rimaniamo perplessi di fronte alla proposta di chi sostiene che sia invece la moltiplicazione della burocrazia l’elemento necessario per migliorare i servizi per i cittadini. Perché, nella realtà di oggi, proprio questo richiedono i proponenti della riesumazione dell’ASL casalese: non interventi che migliorino i servizi sanitari, ma spinte alla creazione di uffici non necessari e di opportunità di carriere dirigenziali (con annesso corteo di clientela elettorale). L’opposizione della nostra parte politica perché ciò non avvenga è una presa di posizione né ideologica né – e sarebbe anche peggio – dettata da criteri economicistici. Si basa invece sulla realtà degli eventi da noi tutti osservati in questi anni: la perdita secca di servizi ed investimenti ai tempi dell’ASL 21, periodo nel quale la Regione era governata dalla destra di Ghigo, e la ripresa della qualità e quantità di questi in concomitanza con l’ASL provinciale.