Nuovo Codice dello spettacolo. Maggiori investimenti per la Cultura.

7 years ago by in #Millegiorni e oltre - Fatti Concreti, Info Tagged: , ,

“Orgoglioso che, finalmente, una legge dello Stato riconosca lo straordinario valore culturale della musica popolare”. Firmato Mogol, il paroliere di Lucio Battisti. Un buon viatico per la nuova legge sullo spettacolo, che poi è una buona legge per la cultura, settore nel quale abbiamo investito molto e vogliamo continuare a investire. In termini di maggiori risorse, leggi più semplici, sostegno mirato, collaborazione reciproca. La riforma dello spettacolo dal vivo, attesa da 30 anni, è frutto dell’ascolto e del confronto in tutta Italia con gli operatori del settore. Grazie alle nuove norme si semplifica e ottimizza l’intervento pubblico: vediamo come.

La piena attuazione della Costituzione della Repubblica, dei trattati dell’UE e delle convenzioni dell’UNESCO al fine di promuovere e sostenere lo spettacolo, nella pluralità delle sue diverse espressioni, quale fattore indispensabile per lo sviluppo della cultura ed elemento di coesione e di identità nazionale, strumento di diffusione della conoscenza della cultura e dell’arte italiane in Europa e nel mondo;

 il riconoscimento dell’utilità sociale dello spettacolo ai sensi della legge sul terzo settore, anche per le associazioni, le imprese e gli altri enti dello spettacolo sarà possibile usufruire degli incentivi e delle agevolazioni previste;

 l’ampliamento del settore dello spettacolo alla musica contemporanea popolare, alla danza e l’introduzione dei carnevali storici e delle rievocazioni storiche, oltre al riconoscimento giuridico, per la prima volta, si darà ai carnevali storici e alle rievocazioni storiche l’accesso al Fondo Unico dello Spettacolo (FUS), in quanto parte integrante del patrimonio culturale, artistico, sociale ed economico del Paese;

 delega al Governo ad adottare uno o più decreti legislativi riferiti: alle fondazioni lirico sinfoniche attraverso la revisione dei criteri di ripartizione del contributo statale. Alle attività di danza per dare impulso alla ricostruzione del repertorio coreutico, alla produzione artistica e a garantire le professionalità specifiche nell’insegnamento e a definire percorsi formativi professionalizzanti su tutto il territorio nazionale; con riferimento alle attività circensi, i decreti legislativi dovranno rivedere la graduale eliminazione dell’utilizzo degli animali nei circhi; con riferimento alla promozione di programmi di educazione si dovrà destinare il 3% della dotazione del FUS alle scuole di ogni ordine e grado per la “formazione” allo spettacolo. Ulteriori criteri direttivi attengono la revisione delle disposizioni in materia di lavoroattraverso una disciplina unitaria; la semplificazione degli iter autorizzativi e burocratici per attività di pubblico spettacolo, e, in particolare, dell’autorizzazione di pubblica sicurezza; per la diffusione dello spettacolo italiano all’estero e l’internazionalizzazione si prevede un maggiore sostegno alla diffusione delle produzioni di giovani artisti italiani, nonché degli spettacoli di musica popolare contemporanea, anche attraverso iniziative di coproduzione artistica e collaborazioni intersettoriali; tra gli altri criteri, l’importanza di assicurare la più ampia fruizione delle attività di spettacolo, tenendo conto delle specifiche esigenze delle persone con disabilità, secondo i principi stabiliti dalle convenzioni internazionali applicabili in materia;

 l’istituzione del Consiglio Superiore dello Spettacolo, al quale organo sono attribuiti compiti di consulenza e di supporto nella elaborazione ed attuazione delle politiche di settore e nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività di spettacolo;

 l’aumento progressivo delle risorse destinate alla dotazione del FUS che sarà ripartito con nuovi criteri strategici ed inclusivi non solo il FUS disporrà di una dotazione di ulteriori 9,5 milioni di euro per il 2018 ed il 2019 che diventeranno 22,5 milioni a decorrere dal 2020, ma l’intero sistema di riparto dovrà seguire criteri di valorizzazione della qualità delle produzioni, di finanziamento selettivo per i progetti dei giovani under 35, di conservazione del patrimonio musicale, teatrale e coreutico, di promozione dell’accesso al credito agevolato, con un particolare riferimento ai giovani artisti, di valorizzazione, infine, di piani straordinari per la ristrutturazione e l’aggiornamento tecnologico delle strutture destinate allo spettacolo, con particolare riferimento nei comuni con meno di 15.000 abitanti;

 l’estensione dell’Art Bonus all’intero settore dello spettacolo, il credito d’imposta del 65% per favorire le erogazioni liberali a favore della cultura, oggi già applicabile alle fondazioni lirico-sinfoniche e ai teatri di tradizione, è esteso anche alle erogazioni in favore di istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione – senza scopo di lucro – e che svolgono le loro attività esclusivamente nel settore dello spettacolo;

 maggiore sostegno delle opere prime, seconde e terze, in particolare con la stabilizzazione dei finanziamenti: viene messo a regime ed esteso alle opere terze il credito d’imposta per le opere prime e seconde (previsto solo una tantum durante lo scorso triennio 2014-2016);

 previste specifiche risorse, pari a 4 milioni di euro a favore di attività culturali nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio Marche e Umbria interessate dagli eventi sismici del 2016.

 

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