La camera ha approvato in via definitiva la riforma dell’editoria. Le novita’ piu’ significative riguardano il fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e il tetto agli stipendi in rai, oltre alla delega assegnata al governo per la ridefinizione della disciplina sui contributi pubblici, le norme sui prepensionamenti dei giornalisti e sul consiglio dell’odg.
Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione
E’ istituito presso il ministero dell’economia per il “sostegno dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale”. La finalita’ e’ quella di assicurare “la piena attuazione dei principi di cui all’art. 21 della costituzione in materia di diritti, liberta’, indipendenza e pluralismo dell’informazione, e ad incentivare l’innovazione dell’offerta informativa e dei processi di distribuzione e vendita, la capacita’ delle imprese editoriali di investire e di acquistare posizioni di mercato sostenibili nel tempo, nonche’ lo sviluppo di nuove imprese editrici, anche nel settore dell’informazione digitale”. Nel fondo confluiscono: le risorse statali destinate al sostegno dell’editoria quotidiana e periodica, anche digitale, comprese quelle del fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria, la cui dotazione, pero’, come si e’ gia’ visto, termina nel 2016; le risorse destinate all’emittenza radiofonica e televisiva in ambito locale, iscritte nello stato di previsione del ministero dello sviluppo economico; quota parte, fino ad un importo massimo di 100 milioni di euro annui per il periodo 2016-2018, delle eventuali maggiori entrate derivanti dal canone rai; le somme derivanti dal gettito annuo di un contributo di solidarieta’, pari allo 0,1% del reddito complessivo dei soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle societa’. Il fondo e’ ripartito annualmente tra la presidenza del consiglio dei ministri e il ministero dello sviluppo economico, sulla base dei criteri stabiliti con decreto del presidente del consiglio, adottato di concerto con il mise e il mef. viene ridefinita anche la “platea dei beneficiari”, stabilendo “quale condizione necessaria per il finanziamento l’esercizio esclusivo, in ambito commerciale, di un’attivita’ informativa autonoma e indipendente, di carattere generale”. Ci sono anche novita’ che si applicano a decorrere dai contributi 2016: “il contributo massimo liquidabile a ciascuna impresa e’ pari al 50% dell’ammontare complessivo dei ricavi riferiti alla testata per cui si chiede il contributo, al netto del contributo medesimo”.
Testate e giornali online
Nella riforma la testata e’ “intesa come il titolo del giornale, della rivista o di altra pubblicazione periodica, avente una funzione e una capacita’ distintiva nella misura in cui individua una pubblicazione”. Mentre i giornali online sono intesi come testate giornalistiche “regolarmente registrata presso la cancelleria di un tribunale; abbia un direttore responsabile iscritto all’ordine dei giornalisti come pubblicista o come professionista; pubblichi i propri contenuti giornalistici prevalentemente online; non sia esclusivamente una mera trasposizione telematica di una testata cartacea; produca principalmente informazione; abbia una frequenza di aggiornamento quotidiano; non si configuri esclusivamente come aggregatore di notizie”.
Innovazione sistema distributivo
L’articolo 2 delega il governo “ad adottare uno o piu’ decreti legislativi finalizzati a innovare il sistema distributivo”.
Delega al governo
L’articolo 2 delega al governo di adottare uno o piu’ decreti legislativi finalizzati, in particolare, a ridefinire la disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici e del sostegno agli investimenti delle imprese editrici, nonche’, in base alle modifiche introdotte dal senato, dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, finalizzati anche all’innovazione dell’offerta informativa.
Odg
Il governo riceve anche la delega ad adottare uno o piu’ decreti legislativi finalizzati alla razionalizzazione della composizione e delle attribuzioni del consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti. Tra questi il riordino delle competenze in materia di formazione e del procedimento disciplinare.
Prepensionamenti giornalisti
”I principi e i criteri direttivi per l’esercizio della delega in materia di revisione della disciplina del prepensionamento dei giornalisti attengono a: innalzamento (nella direzione di un progressivo allineamento con la disciplina generale vigente in materia di pensioni) dei requisiti di anzianita’ anagrafica e contributiva per l’accesso ai trattamenti di pensione di vecchiaia anticipata per i giornalisti, prevedendo, in ogni caso, il divieto di mantenere un rapporto di lavoro con il giornalista che abbia ottenuto il trattamento pensionistico”. Inoltre l’esecutivo dovra’ rivedere “la procedura per il riconoscimento degli stati di crisi delle imprese editoriali ai fini dell’accesso agli ammortizzatori sociali e ai prepensionamenti dei giornalisti”.
Agenzie
Il provvedimento “estende a regioni, province, citta’ metropolitane e comuni l’autorizzazione ad avvalersi dell’agenzia nazionale stampa associata o di altre agenzie di informazione per l’effettuazione dei servizi di diramazione di notizie e di comunicati, di trasmissione diretta agli stessi soggetti di informazioni nazionali ed estere, di trasmissione di notizie dall’estero e per l’estero, in concorso con il ministero degli esteri per quanto riguarda il servizio estero”.
Tetto agli stipendi rai
La riforma “prevede che agli amministratori, al personale dipendente, ai collaboratori e ai consulenti del soggetto affidatario della concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, la cui prestazione professionale non sia stabilita da tariffe regolamentate, si applica il ‘tetto’ retributivo, pari a 240.000 euro”.
Concessione servizio pubblico
Il testo “dispone che l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale ha durata pari a 10 anni e ribadisce che lo stesso e’ preceduto da una consultazione pubblica sugli obblighi dello stesso servizio”. Inoltre, “la concessione e’ affidata con decreto della presidenza del consiglio dei ministri, da adottare previa deliberazione del cdm, su proposta del ministro dello sviluppo economico, di concerto con il ministro dell’economia. con lo stesso dpcm e’ approvato lo schema di convenzione”.